Regia di Mario Soldati vedi scheda film
Un film anomalo questo di Mario Soldati, stretto tra un patina di neorealismo ed un pathos da poliziesco che regala una costante tensione dall'inizio alla fine. Nel raccontare le vicende di un ex gerarca fascista (l'ottimo Lulli) che tenta la fuga in Francia insieme al giovane figlio, accodandosi ad un gruppo di emigranti clandestini (tra cui un giovane Pietro Germi al suo secondo film da attore), emerge soprattutto l'abisso di moralità che la guerra ha portato con sè, quell'homo homini lupus in cui si è disposti a sacrificare anche gli affetti più cari pur di salvare la pelle (il padre non esiterà a tentare la fuga anche senza il figlio al seguito). Non manca qualche momento alla libro "Cuore", ma ciò non influisce più di tanto sulla bontà e la genuinità di una pellicola che mette già in risalto le qualità di Mario Soldati come narratore di storie apparentemente minori ma non per questo meno avvincenti (esperimento che gli era già perfettamente riuscito con "Le miserie del signor Travet" di tre anni prima)
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta