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Ucciderò un uomo

Regia di Claude Chabrol vedi scheda film

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La recensione su Ucciderò un uomo

di mm40
4 stelle

Un'auto investe un bambino, uccidendolo, e scappa. Il padre del piccolo, scrittore vedovo, decide di vendicare con la morte il sangue del figlio. Si mette così sulle tracce dell'assassino e riesce ad avvicinarlo, scoprendo di non essere l'unico a odiarlo a quel modo.

 

Giallo e nero si fondono in una prospettiva di caccia all'uomo psicologica, focalizzata sulle intenzioni e sui sentimenti più che sulle azioni concrete, nella trama di questo film. Un lavoro chabroliano in tutto e per tutto, insomma, un affondo dalle tinte fosche fra le nascoste idiosincrasie del nucleo famigliare borghese, privo di assoluzione per i suoi personaggi, nessuno escluso; il regista francese è anche autore della sceneggiatura in compagnia dell'abituale sodale Paul Gégauff (con cui aveva già scritto Ofelia, Delitti e champagne, Les biches), partendo da un romanzo di Nicholas Blake. Funziona bene il cast, all'interno del quale i ruoli principali sono rivestiti da Jean Yanne, Michel Duchaussoy, Caroline Cellier, Marc Di Napoli, Anouk Ferjac; il succo dell'intera pellicola si ritrova nell'interrogatorio finale, quando il protagonista sostiene che "non è un delitto gioire per un delitto": umano, troppo umano, è l'atteggiamento di chi si arrende con la massima onestà di fronte alle proprie pulsioni, riconoscendo i propri limiti. Probabilmente il ritmo non è la componente meglio riuscita dell'opera, la cui durata si aggira intorno alle due ore. Secondo film per Chabrol in quell'anno, dopo Stéphane, una moglie infedele. 4,5/10.

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