Regia di Terence Fisher vedi scheda film
E anche stavolta Fisher non mi delude, mettendo in scena una storia davvero terrificante nella quale tornano molti temi cari al bravo regista inglese.
Veramente tragica la situazione del protagonista, un ottimo Anton Diffring nel ruolo del dott. Georges Bonnet, medico chirurgo e abile scultore. Come il dott. Frankenstein di due anni prima, si ritrova a fare i conti con l'ostilità delle persone che lo circondano, e che finiscono per compiere gesti, se non peggiori, almeno riprovevoli quanto i suoi.
Il punto è che tutta l'avventura (fanta)scientifica era iniziato con il brindisi insieme al collega Prof. Ludwig Weiss (Arnold Marlé) "all'umanità!" cui dovevano essere dedicate le comuni scoperte sulla possibilità di rimanere giovani per sempre. Ma alla teoria non è sempre facile far seguire la pratica, e solo lui si sottopone al trattamento, che funziona si, ma solo per dieci anni, trascorsi i quali, per non farsi cadere addosso tutti insieme gli anni rubati alla natura, ha bisogno ogni volta di farsi trapiantare una glandola che preleva da corpi morti.
La sua tragica situazione la illustra bene il dialogo che ha con il prof. Ludwig:
Ludwig: "Che cosa ti ha tanto cambiato?"
Bonnet: "E' il dover star solo....sempre solo. Solo, solo! Ed ogni pochi anni dover rompere ogni contatto, cancellare ogni traccia, dover scomparire e rifarsi una nuova vita.
Ludwig: "Sapevi che sarebbe stato cosi' quando hai cominciato."
Bonnet: "Sapere una cosa e viverla sono due esperienze molto diverse. Spesso credo di non poterlo sopportare più".
E comincia a piangere.
Ha un progetto: fare diventare come lui la donna che ama, insieme per sempre, ma il vecchio Ludwig propende per un'altra soluzione, impedirgli di bere il siero che lo aiuta nelle settimane che precedono l'operazione e lasciare che la natura attui il suo corso. Arriva a distruggere quel poco del liquido che gli rimane, e Bonnet, in preda allo squilibrio che gli causa la mancata assunzione del prezioso liquido, lo uccide.
Tutto comincia ad andargli sempre più storto, sembra che volersi elevare sopra le leggi della natura lo porti alla naturale distruzione.
Tuttavia (ed è quello che mi piace in Fisher), è che questa posizione di adeguamento alle leggi della natura viene abbracciato in un secondo tempo dalle persone che stanno intorno a Bonnet o a Frankenstein, ed ora lo avversano, ma sono state proprio loro all'inizio ad aiutarlo, alla fine sembra che siano totalmente incapaci di vedere il dramma dell'altro o scorgere nuove prospettive nella situazione.
La situazione diventa disumana ed insostenibile per Bonnet o Frankenstein, e invece di aiutarli nella loro diperazione, vengono trattati crudelmente in nome della fedeltà "ai piani di Dio che è reato tentare di cambiare con l'umana volontà".
C'è un motivo per cui Bonnet non ha voluto divulgare le sue scoperte, e cioè che dopo dieci anni occorre prelevare una glandola da un cadavere per poter continuare a sopravvivere ai segni del tempo senza avvertirli. Se tutti diventassero immortali, verrebbero a mancare le fonti dalle quali ottenere la glandola, e comunque un rapido aumento della popolazione potrebbe portare al caos totale ed all'annientamento del genere umano.
Si è chiuso in cella da solo, ma bisogna riconoscere che le persone che gli stanno intorno diventano peggiori di lui nel tentativo di ostacolarlo.
In fondo, non trovo immorale il progetto di Bonnet: gli altri sarebbero morti comunque, lui e la sua donna si sarebbero semplicemente serviti delle glandole di persone che ne potevano a quel punto fare a meno.
Sarebbe bastato aiutarlo un poco...invece il prof. Ludwig lo priva del liquido, facendo precipitare i fatti. Ai miei occhi, è la sua posizione che chiamerei di "superstizioso oscurantismo" seppur in buona fede, la causa del destino ultimo del dottor Bonnet.
Il giovane dott. Gerard (Christopher Lee) si rifiuta di operarlo dapprima, per cui Bonnet inscena un finto ricatto dicendo che nessuno avrebbe mai più visto Janine Dubois (Hazel Court) di cui Gerard è innamorato, se si fosse ostinato nel rifiuto, ma in realtà pensando appunto di operare anche lei in un secondo momento per unirsi nello stesso destino di immortalità.
In un secondo momento, Gerard accetta, ma invece di operarlo davvero, gli fa una semplice incisione ben sapendo che sarebbe morto.
Bonnet è onesto quando chiede a Jeanine (innamoratissima di lui), in vari momenti del film, fin dove sarebbe disposta ad arrivare per stare con lui, e lei risponde "Farei qualsiasi cosa", ma alla fine non mantiene neppure lei la parola, addirittura scappa terrorizzata alla vista dell'ormai ultracentenario uomo, che perisce nel fuoco. Eccolo li' tutto il suo grande amore...
In definitiva, la posizione tragica di Bonnet viene resa ancora peggiore da tutti i superstiziosi oscurantisti che lo attorniano senza capirlo, e che a mio avviso escono ben peggio dal film in quanto a moralità, che non il "mostro".
Il mostro, pur nel suo delirio di onnipotenza, ha avuto almeno il merito/la colpa (più o meno...) che fu di Ulisse che segui' il sentiero mirabilmente descritto da Dante in questi due versi immortali:
"Fatti non foste per viver come bruti,
ma per seguir virtude e conoscenza".
Una nota sul dvd: splendida edizione, restituisce benissimo i colori meravigliosi tipici del cinema di Fisher, la colonna sonora, in ottimo stato, presenta il doppiaggio dell'epoca.
Sull'interpretazione di Anton Diffring
Peter Cushing aveva già firmato per interpretare il ruolo, ma per cause di forza maggiore dovette essere rimpiazzato, come ci svela Luigi Cozzi negli speciali del dvd. Avrei preferito Cushing visto che sono un suo fanatico e fedele fan, ma Diffring è davvero bravissimo.
Peter Cushing aveva già firmato per interpretare il ruolo, ma per cause di forza maggiore dovette essere rimpiazzato, come ci svela Luigi Cozzi negli speciali del dvd. Avrei preferito Cushing visto che sono un suo fanatico e fedele fan, ma Diffring è davvero bravissimo.
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