Regia di Alan Parker vedi scheda film
Questo bel tipo, capitato in prigione da xvendemoda per esibire la sua silhouette longilinea, si permette anche un fervorino davanti ai giudici, in cui argomenta la relatività del giudizio e profetizza la società tollerante (e perché mai non è rimasto nella sua civilissima patria, a perorare questa tolleranza?) - ha un padre che lo visita in carcere raccomandandogli di evitare i colpi di testa; e, per meglio farglielo capire, prima gli rovescia addosso il contenuto di un'intera busta di plastica (all'epoca i sacchetti di carta erano ancora nella mente della hollywood ecologica) e infine inveisce come un ossesso contro la guardia che assiste al colloquio. Superato questo dialogo di esemplare coerenza e densità (ti voglio bene, ti farò uscire) siamo introdotti in uno strano carcere in cui, accanto ai soliti arredi e ai soliti figuranti seriali, troviamo una mobilità interna da job act, e torce elettriche in abbondanza; grazie a queste generose maglie entra tutto quel che serve per arrivare ai 121 minuti finali, compresa la masturbazione plurima sottocoperta, mentre il trio è al lavoro. Dicevo dei sacchetti di carta... ecco, almeno questo ci è stato risparmiato!
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