Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Una bambina si trova per caso sul luogo di una rapina e viene crudelmente uccisa. Il padre, l'ingegner Vannucchi, chiede con insistenza alla polizia una giustizia che ha piuttosto il sapore della vendetta, ma gli sbirri sono tutti scansafatiche, pavidi e corrotti. Ecco che Vannucchi si arma di coraggio... e di un fucile, e parte alla ricerca degli assassini di sua figlia.
Ennesima riedizione del tema della giustizia/vendetta privata, mutuato dallo spaghetti western e al centro del filone polizi(ott)esco all'italiana, popolarissimo in quegli anni; L'uomo della strada fa giustizia sarebbe di per sè anche un prodottino godibile, con momenti mozzafiato, una buona dose di tensione e la mano di un professionista dell'action dietro la macchina da presa (Umberto Lenzi), se non fosse per due particolari decisivi. Primo: Castellari aveva già diretto questo film l'anno precedente: Il cittadino si ribella è sostanzialmente identico nella premessa e negli sviluppi, e perfino nella scelta del mestiere del protagonista, un ingegnere in entrambi i casi! Secondo: Henry Silva, muso da duro imperturbabile, non ha altra espessione al di fuori di questa; la sua limitatezza attoriale pesa parecchio in un lavoro in cui viene messo al centro della storia e dovrebbe mostrare una vasta gamma di stati d'animo contrastanti (rabbia, frustrazione, euforia omicida, soddisfazione per la compiuta vendetta: Silva ha sempre la stessa faccia, lo stesso sguardo, lo stesso nulla da comunicare). Facendo la media fra pregi e difetti dell'opera, il risultato è comunque ampiamente insufficiente; sceneggiatura di Lenzi e Dardano Sacchetti; nel cast anche Nello Pazzafini, Claudio Gora, Luciana Paluzzi, Silvano Tranquilli, Raymond Pellegrin; da salvare la colonna sonora di Bruno Nicolai. 3/10.
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