Regia di Demofilo Fidani vedi scheda film
Incuriosito dall’immagine, catturata per puro caso, di un energumeno che si lancia con una liana nel cuore dell’Africa, lord Carter raduna alcuni dei suoi uomini e si reca sul posto per avvicinare e studiare il fenomenale indigeno.
Titolo minore – (ancor) meno noto e di più difficile reperibilità – di un regista minore del calibro di Demofilo Fidani, Karzan il favoloso uomo della giungla è in realtà un film assolutamente godibile, certo privo di grandi idee alla base, ma realizzato in maniera più che decorosa e con alcuni momenti memorabili, tra avventura, scenari esotici arruffatissimi e comicità esplicita, che si rida della messa in scena (i combattimenti con gli indigeni) o con essa (il sogno di Karzan in gabbia, trash a dir poco esilarante). Probabilmente una delle migliori pellicole per Fidani, anzi, che si firma come di consueto Miles Deem per la regia e per la sceneggiatura (insieme a Mila Vitelli, sua moglie, che cura anche scenografie e costumi), ma adotta il nome all’anagrafe per i crediti di produzione. Altra particolarità bizzarra per quanto riguarda i crediti: il nerboruto protagonista Armando Bottin – già visto in parti marginali in qualche tardo peplum di gladiatori – risulta sui titoli di testa Johnny Kissmuller Jr., palese citazione del Johnny Weissmuller-Tarzan della rampante Hollywood degli anni Trenta e Quaranta; come attore non è granché dotato, ma qui non gli si richiedono grossi sforzi. Anche il resto del cast è composto da interpreti di serie B/C, a loro modo comunque efficaci nel contesto: Roger Browne (Brown sui titoli di testa!), Melù Valente, Carla Mancini, Attilio Dottesio, Simonetta Vitelli (accreditata come Simone Blondell, è la figlia del regista e della sua più stretta collaboratrice) e, a sorpresa date le circostanze, Ettore Manni. Il ritmo è apprezzabile, il finale è divertente e quantomeno contiene un chiaro messaggio: la cosiddetta civiltà non è poi così desiderabile come crediamo; certe soluzioni sfacciatamente poveristiche (gli indigeni con le mutande sotto al gonnellino, per es.) sono un plusvalore per gli amanti dello ‘scult’. 3,5/10.
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