Regia di Serge Bourguignon vedi scheda film
L'epoca degli strani incontri in terra americana fu corrisposta qui in Europa con questo pregevolissimo film di Bourgignon che coincidenza del caso vinse l'Oscar 1962 come miglior film straniero, con merito direi perché al di la di una parte centrale un po' macchinosa e un messa in scena non così splendente come nel resto del film nella sequenza del luna park "L'uomo senza passato" è un vero gioiello di cinematografia dell'avant guard francese, capace di toccare con mano leggera le corde della sensibilità umana prendendo spunto dall'orrore della guerra e dai traumi che può causare a chi l'ha fatta oltre a chi ne è rimasto vittima: la fulminea sequenza iniziale sembra un incubo ed invece è un ricordo con la telecamera che stringe velocissima sul volto urlante della bambina vietnamita dandoci in maniera volutamente approssimativa la spiegazione dello stato di squilibrio di Pierre, il protagonista della storia interpretato in maniera superba da Hardy Kruger un attore mai apprezzato adeguatamente per la sua innata capacità di saper rivestire ruoli molto diversi durante la sua carriera e in questo film ho avuto modo di osservarlo sotto una luce inconsueta rispetto ai ruoli di militare in cui lo ricordavo, il suo agire indeciso ed i suoi occhi chiari dispersi nel vuoto descrivono perfettamente questo personaggio giovane traumatizzato dallo schianto con il caccia che gli ha causato la perdita della memoria e un senso de vertigine e di vuoto verso un futuro incerto ed un presente incastrato fra il domani ed un passato assente.
Pierre ritiratosi fuori Parigi nel piccolo paesino di Ville d'Avray non trova conforto dall'affetto di Madeleine, l'infermiera che lo ha curato e si è innamorata di lui, Pierre passa il tempo fra la casa del suo amico scultore Carlos e la stazione per fare del trainspotting fino a tarda sera ma l'incontro con Françoise, una bambina dodicenne scaricata in un collegio dal padre muoverà qualcosa nella sua personalità disturbata ma sarà anche la causa di ingiuste critiche e malelingue da parte di chi li circonda dopo le tante domeniche passate in perfetta armonia al parco.
Il film racconta con tanta tenerezza questo rapporto sentimentale pieno di simbolismi ed una certa inquietudine perché in più di una scena Pierre esprime una vena di follia inculcando un ragionevole dubbio anche in noi spettatori, la sua prospettiva è spesso filtrata attraverso una lente deformante ad esempio un vetro rotto che moltiplica l’immagine come in un caleidoscopio o un bicchiere che arrotonda i volti o ancora una finestra annebbiata dalla condensa che non permette di distinguere le sagome proprio perché Pierre non riesce più ad avere una chiara visione della sua vita che sarà, Françoise invece conta già i giorni in cui raggiungerà l’età giusta per sposarlo tracciando una strada verso il futuro e potrà anche rivelargli il suo vero nome, è forse questa la chiave che permette a Pierre di vedere finalmente un domani più definito indipendente dal suo passato non più necessario per delineare il suo carattere.
Le bellissime sequenze delle domeniche al parco sono frutto di una regia pregevolissima fissata su un bianco e nero pieno di sfumature che si accorda perfettamente con i dialoghi fra Pierre e Françoise, il loro rapporto non sconfina mai nello scabroso ma definisce piuttosto un legame fra padre e figlia come espresso dal punto di vista di Pierre oppure fraterno anche se quella coppia così felice in mezzo a tanto gelido grigiore diventa il facile bersaglio della gente di paese, l’unico ad andare oltre la superficie opaca è Carlos che essendo artista ha una sensibilità superiore agli altri e giudica questo sentimento semplicemente bellissimo perché nato spontaneamente dal bisogno reciproco di confidare i propri turbamenti a chi per istinto naturale sembra capace di ascoltare non come la chiromante al luna park con la sua falsa magia: tira a indovinare sul futuro di Pierre che non può fa altro se non vestire la maschera di ragazzo squilibrato appropriandosi del coltello che per certi versi segnerà il suo destino.
L’equilibrio viene spezzato da Madeleine che venuta a conoscenza del segreto di Pierre diventa spettatore all’interno del film osservando come noi una domenica di consueta tenerezza fra lui e Françoise nascosta fra le siepi del parco aggiungendo un’altra prospettiva agli avvenimenti poiché ora il nostro sguardo si posa prima sui loro giochi innocenti e poi sul suo volto preoccupato che poco a poco vira verso il sollievo dell’anima non appena si rende conto che quel ragazzo da tutti considerato un pazzo non potrebbe mai nuocere alla bambina, ciò nonostante non riuscirà a fidarsi fino in fondo delle sue sensazioni innescando una conclusione della storia improvvisa e inaspettata proprio il giorno di Natale tanto atteso.
La storia commuove e coinvolge toccando molti temi racchiusi nella fragilità umana come la perdita dell’innocenza, l’incapacità di far comprendere i propri sentimenti, il turbamento dell’anima causato dall’assurdità della guerra, la superficialità nel giudicare solo dalle apparenze, il bisogno di affetto di cui bambini già adulti hanno bisogno tanto quanto adulti ancora bambini, la capacità di saper leggere dentro l’animo umano, il tutto è reso magnificamente dalla narrazione affidata ad una regia di Bourgignon molto accurata e incisiva rafforzata dalla prova davvero maiuscola di Hardy Kruger in perfetta armonia con Nicole Courcel nel ruolo di Madaleine e soprattutto con la piccola Patricia Gozzi ed è un peccato che questo regista così promettente non si sia più ripetuto a questi livelli.
La versione italiana caricata su youtube è di ottima qualità audio video e merita assolutamente una visione per un film ingiustamente poco noto e discusso.
Grandissimo attore che in questo film riesce a commuovere con una vena di follia causata dal trauma della guerra ed è perfettamente a suo agio nell'esprimere l'alienazione nei confronti di chi lo circonda tranne che per la bambina.
Bravissimo qui come ne "Il volo della fenice" e "Barry Lyndon" due ruoli che non hanno niente a che vedere con quello di Pierre in questo film.
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