Regia di Gianluca Arcopinto vedi scheda film
Instant-movie di mediocre fattura, Arcopinto crede che basti mettere la digitale davanti al protagonista per farne un documentario, ma si dimentica che il cinema, a suo modo, è anche prosa e come tale deve raccontare, non semplicemente accostare senza un'idea di fondo. Per di più non è equiparabile un'intervista strabordante come quella che ci viene inflitta con le (pochissime) immagini della vera campagna elettorale, delle feste, dei comizi di Vendola. Queste ultime sono piccoli frammenti da gustare una volta ogni venti minuti, per scappare dalla retorica del resto. E poi, cosa forse ancora più scandalosa, non si accenna minimamente al fatto che Vendola sia un presidente omosessuale dichiarato, cosa non di poco conto, sicuramente a detta dello stesso Vendola. Il particolare viene semplicemente omesso, aggirato, e, al contrario, compare un lungo pezzo "conciliatorio" su Don Tonino Bello, fondamentale per la formazione del politico almeno quanto lo sono state le sue lotte contro la discriminazione degli omosessuali nel corso degli ultimi anni. Sul fenomeno Vendola evitate questa robetta e aspettate di guardare il nuovo documentario "C'è un posto in Italia" di Corso Salani, che da' più spazio alle immagini di repertorio e, soprattutto, è stato pensato, ideato e realizzato.
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