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Fuga da Alcatraz

Regia di Don Siegel vedi scheda film

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La recensione su Fuga da Alcatraz

di Gangs 87
9 stelle

20 gennaio 1960, Frank Morris arriva nel carcere di Alcatraz. Da quel momento il suo unico scopo è scappare.

 

Il film, girato proprio nella prigione di Alcatraz 15 anni dopo la sua chiusura permanente, si basa sul libro Escape from Alcatraz di J. Campbell Bruce, e descrive la vera storia dell'evasione di tre detenuti, Frank Morris e i fratelli John e Clarence Anglin, avvenuta nella notte dell'11 giugno 1962. I tre non vennero mai beccati né tanto meno vennero trovati i loro corpi, motivo per cui su questa storia persiste un alone leggendario inscalfibile.

 

Fuga da Alcatraz diretto da Don Siegel non si compone di scene eclatanti ne utilizza effetti speciali memorabili ma possiede una sceneggiatura quasi perfetta che ha la capacità di tenere lo spettatore incollato allo schermo per tutta la durata del film, senza che questi distolga mai l’attenzione.

 

Mi permetto di osservare che neanche la presenza di Clint Eastwood (qui alla sua ultima collaborazione con Don Siegel) incide o accresce questa capacità, anzi, mai come stavolta il cast sembra passare in secondo piano ed è solo la trama e il modo in cui regista e sceneggiatore decidono di svolgerla che rende questo film impeccabile.

 

Anche l’idea di ambientare la pellicola proprio all’interno del carcere è un punto di forza. Quando sono stata a San Francisco sono andata a visitare Alcatraz, che ora è diventato un museo e devo dire che passeggiare tra quei corridoi in cui si susseguono celle dalle dimensioni spaventosamente ridotte, stazionare nella cucina o piuttosto nelle docce, vedere i buchi scavati dagli evasori e i condotti dai quali sono scappati, impregna la visita di una suggestione che diventa difficile spiegare a parole.

 

Quella stessa suggestione è traslata nella pellicola di Siegel alimentando una tensione che è il fil rouge dell’intero racconto. Riducendo i dialoghi al minimo, dando spazio e sfogo alle rigide regole carcerarie e limitandosi a mostrare ciò che accade, Don Siegel garantisce una veridicità e un coinvolgimento tali da rendere il suo film perfetto, o quasi. Assolutamente da vedere.

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