Regia di Enrico Verra vedi scheda film
Il quartiere di San Salvario a Torino è stato spesso al centro delle cronache come esempio di degrado urbano, di connubio tra criminalità e nuova immigrazione. Con le speculazioni e spettacolarizzazioni del caso. Enrico Verra, uno dei più noti documentaristi italiani, esordisce invece nel lungo a soggetto raccontando il quartiere da torinese dopo avergli dedicato tra l’altro un documentario. Lo spunto iniziale vede un torinese sbandato finire quasi per caso nel mondo degli immigrati, e mettere su una piccola impresa di filmati (tratti da una immaginaria emittente nigeriana in Italia) che gli africani mandano a casa. Ma presto scoppiano i conflitti, perché il mondo degli immigrati è sfruttamento (anche reciproco), violenza e paura. Il film ha alcune incertezze, e nella seconda parte vuole tirare le fila del racconto un po’ dimostrativamente, come un teorema. Inoltre, gli nuoce un protagonista italiano scialbo, puro tramite per lo spettatore. Ma i difetti sono sopravanzati dalla volontà di guardarsi attorno, dalla visione non idealizzata del mondo narrato, dall’attenzione all’ibridazione delle culture, da un gusto non insincero del melodramma.
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