Regia di Roy Andersson vedi scheda film
Ho visto questo film ad un Bergamo Film Meeting di qualche anno fa... e mi ha colpita molto. Non conoscevo Roy Andersson e l'ho scoperto in quell'occasione con una retrospettiva a lui dedicata.
Mi ricordo che questo film ha avuto una storia abbastanza tormentata: fu girato nell'arco di due anni, se non sbaglio, con rallentamenti continui causati dagli scarsi mezzi economici del regista (che si è a lungo auto-finanziato girando spot per la tv svedese, tra l'altro molto ironici, anch'essi nel suo stile).
E' difficile tracciare una vera e propria trama del film, come gli altri di Andersson è basato su lunghi silenzi, dialoghi spesso ridotti e azioni non sempre concatenate in modo inequivocabile. La storia è quella di Giliap (questo è il suo nomignolo, per tutto il film non si scoprirà mai il suo vero nome), giovane alla ricerca di un lavoro. Lo troverà in un albergo decadente, dove conoscerà anche loschi personaggi (che lo coinvolgeranno in attività poco chiare) ed una ragazza. Con lei nascerà una storia d'amore che non riuscirà ad evolersi in qualcosa di concreto... il lieto fine ovviamente non arriva.
Forse la morte finale della ragazza amata da Giliap può apparire di troppo: il film è basato sul "nulla" della vita, sulla vanità della vita, in un certo senso; quindi la morte di per sè è un fatto... questo è un film non di fatti, di azioni. I due ragazzi potevano benissimo allontanarsi nuovamente fra loro senza una precisa motivazione, così come, senza un preciso motivo, stavano insieme. Di certo non cambierei l'ambientazione e i colori; l'atmosfera è davvero adatta alla trama (o alla non-trama...).
Thommy Berggren, il protagonista, sembra avere non solo le giuste qualità recitative per questa parte, ma anche un'aspetto, una spontanea espressività che calzano a pennello con il personaggio.
Roy Andersson ha sempre "sminuito" Giliap rispetto agli altri suoi films, forse perchè non è riuscito ad imprimergli compiutamente ciò che voleva, a causa della mancanza di mezzi. Personalmente è il suo film che ho apprezzato di più. Sa rendere in modo molto vivo e senza artificiosità il senso di mediocrità e di male di vivere dei suoi personaggi.
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