Regia di Roy Andersson vedi scheda film
Operetta giovanile di un futuro talento del cinema di nicchia, si rifà alla Nova Vlna cecoslovacca (Forman, "Amori di una bionda"), ma io personalmente ci vedo anche una analogia con i film di Ermanno Olmi di quell'epoca ("Un certo giorno", "La circostanza"), per la sagace alchimia fra intimismo sentimentale e spaccato sociologico, il tutto all'insegna di uno sguardo enigmatico, capace di partire da un sincero realismo psicologico per sfociare misteriosamente nel surrealismo. Il finale, grottesco e cupissimo, con quel "Jooohn" ripetuto a più voci in preda allo strazio, lascia il segno per la capacità di rendere il non-senso dell'esistenza adulta a fronte del romanticismo degli adolescenti. Dietro all'idillio sentimentale dei due giovani, descritto con una finezza insolita, quasi misteriosa, si nascone un "mondo parallelo" di frustrazioni, nevrosi, isteria, matrimoni in frantumi, fagocitato da un classimo e da un culto dello status che inquina le esistenze: è il mondo degli adulti.
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