Regia di Errol Morris vedi scheda film
"The fog of war" è la nebbia che circonda ogni guerra, la cui complessità è tale da sottrarsi alla comprensione di noi uomini, che "siamo razionali", ma di una "ragione limitata". Ciononostante l'ottantacinquenne Robert McNamara, segretario alla difesa degli Stati Uniti negli anni sessanta, cerca di spiegarci quanto ritiene di avere imparato dalla sua lunga e prestigiosa esperienza di uomo politico ed esperto di economia. Il film ci propone un documento autobiografico che abbraccia il periodo dal 1918 al 1995 e che, più che un resoconto della storia del suo Paese, è una riflessione sulle responsabilità che quest'ultimo ha avuto nella storia mondiale del Novecento. Particolarmente illuminanti sono le descrizioni dei retroscena della crisi dei missili a Cuba e dell'escalation dell'intervento militare in Vietnam. La ricostruzione avviene tramite la sua testimonianza a viva voce, ed è supportata da un ricchissimo repertorio di registrazioni audio e video, provenienti anche dagli archivi del Pentagono e della Casa Bianca. A queste si aggiungono, oltre a frammenti di memorie personali, la rievocazione del suo ruolo attivo nella creazione di una base di bombardieri B-29 in Estremo Oriente durante il secondo conflitto mondiale, e la parte decisiva da lui avuta, durante il dopoguerra, nel rilancio della casa automobilistica Ford, che lo vide impegnato sia nel miglioramento della sicurezza dei veicoli, sia nello sfruttamento commerciale dei sondaggi d'opinione. Il film presenta il bilancio di una vita riassunto in undici semplici regole strategiche, improntate alla prudenza e al realismo, che dovrebbero consentire di tracciare, in ogni situazione critica, il percorso del minor male. Una risposta pragmatica, fondata su un'attenta e lucida analisi del recente passato, che vuole offrire quello che forse è l'unico, sia pur parziale, rimedio all'impossibilità di redigere un codice morale per un evento crudele e odioso come il confronto armato.
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