Regia di John Waters vedi scheda film
Le costanti stilistiche di Waters ci sono tutte: omosessualità, obesità, perversione, deformità, il tutto in un vortice ultracolorato di puro grottesco. Ben presto nella visione di Nuovo punk story (uno dei titoli più orribili partoriti dalla mente di un traduttore nella storia umana) la trama passa in secondo piano, soccombe al furente assalto delle situazioni esagerate, dei toni esasperati e dell'inarrestabile turbine di personaggi malati, depravati fatti e finiti che vivono in una normalità dove la regola è la più deturpata sbracatura di ogni canone etico. Il lavoro di Waters è nobilitato da un messaggio di fondo piuttosto chiaro, una critica all'estetica a stelle e strisce, al mito del consumo facile e della bellezza ad ogni costo; va d'altronde riconosciuto che è piuttosto arduo reggere senza farsi alcuna domanda un prodotto tanto sconclusionato e privo di autocontrollo.
Una casalinga frustrata uccide il marito con la complicità della governante, e con essa fugge; le due donne ritrovano così rifugio in una comunità di folli, depravati, bisessuali in cui regna una donna ultraobesa e ferocissima. Partecipano ad una rivolta che terminerà con un festoso rito cannibale.
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