Regia di John Waters vedi scheda film
Sono un po' scettico quando sento attribuire a questo o ad altri film del primo Waters contenuti profondi, tentativi di critica sociale e quant'altro. Senza dubbio il mondo alla rovescia messo in scena dal regista di Baltimora, il sovvertimento dei valori dell'american way of life o degli stereotipi del cinema hollywoodiano classico, possono far pensare ad un'intenzione programmatica da parte del regista nel parodiare e condannare aspramente dei modelli sociali ben precisi; personalmente fatico un po' a individuare dietro la "poetica del cattivo gusto" di Waters qualcosa che vada al di la del puro ludismo: per me Waters è essenzialmente un bambino che gioca, che si diverte ad assecondare, con entusiasmo infantile e senza preoccupazioni di nessun tipo, la propria personalissima inclinazione estetica, la propria pura e semplice fascinazione per lo schifo, il kitsch, l'orrido e il disgusto in tutte le sue forme.
Faccio un po' fatica a immaginare che dietro la storia di due famiglie che si contendono il primato di "gente più schifosa che esista" possa esserci una reale critica sociale, e non invece il semplice parto della fantasia naif e vagamente schizoide di un bimbo mai cresciuto, ed è proprio questa puerilità a lasciare oggi a mio avviso un po' perplessi, imbarazzati o addirittura indifferenti di fronte alla visione del film.
Certo, i dialoghi deliranti e quasi non-sense sono ancora piuttosto divertenti, come anche l'assurdità di alcuni personaggi, ma alla fin fine il tutto appare un po' troppo inconsistente per non risultare poco più che una sciocchezzuola, una semplice goliardata girata fra amici, dallo spirito naif e decisamente puerile della vicenda, alla messinscena ostentatamente raffazzonata, rozza e spesso "sbagliata", alla gratuità e al compiacimento delle provocazioni.
Inoltre le nefandezze messe in scena dal film risultano alquanto risibili e bambinesche in confronto a quelle a cui ci ha abituato oggi certo cinema "horror" (o meglio "porno-horror") contemporaneo, penso soprattutto alle aberrazioni della cosiddetta nouvelle vague francese; il kitsch, il trash e la demenzialità fanno parte di un'estetica alla quale siamo ormai assuefatti, e un qualunque programma rai o mediaset che passa oggi in prima serata ne contiene forse in quantità superiore rispetto a quella presente nel film di Waters, per questo motivo Pink flamingos ha perduto buona parte della sua carica eversiva e della forza d'impatto che dovette avere all'epoca.
Forse gli altri due film della trilogia watersiana, Female trouble e Nuovo punk story, sono più divertenti di questo, se non addirittura qualitativamente superiori, sempre relativamente allo standard di un autore-artigiano tutto sommato modesto e a mio avviso alquanto sopravvalutato.
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