Regia di Marcel L'Herbier vedi scheda film
Marcel L'Herbier adatta per il cinema una delle più grandi opere di uno dei maggiori scrittori italiani di sempre e, per i limiti del muto e del bianco e nero, il risultato è comunque apprezzabile. Il dramma esistenziale e la ricerca di un'identità sono i perni attorno cui ruotano le vicende del film; non è una storia consolatoria e positiva e l'interpretazione di Mosjoukine ben tratteggia l'angoscia, il fiorire di dubbi su cui il protagonista fonda il proprio essere (mentre affonda nel proprio malessere). Incredibile a dirsi, non si sono più azzardati rifacimenti del romanzo di Pirandello se nsi esclude un tentativo non riuscitissimo circa sessant'anni dopo da parte di Monicelli.
Mattia Pascal, oppresso da una moglie che non lo ama davvero e da una suocera invadente e aggressiva, fugge di casa; viene dato per morto e decide così di rifarsi una vita come Adriano Meis a Roma. Ma, neppure con una nuova identità riesce ad essere sè stesso: torna a casa, ma la moglie si è risposata e i parenti cercano di allontanarlo.
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