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Dopo aver portato in superficie la cattiveria degli adolescenti e l’incapacità della società nell’aiutare gli emarginati, o meglio, la sua totale incapacità di accorgersene, con Welcome to the Dollhouse, e dopo aver devastato la visione ipocrita e perbenista dell’america in Happiness, con un anno di anticipo rispetto al più digeribile American… leggi tutto
Non è assolutamente farina del mio sacco.....bensì degli autori Alberto Brumana, Carlo Prevosti, Sara Segrati e Marco Valsecchi, che nel 2010 pubblicarono un libro intitolato appunto "D!spersi - Guida ai…
leggi tutto“The Strange Thing About the Johnsons”, il mediometraggio (29') scritto e diretto da Ari Aster, suo lavoro d'esordio (è la tesi di laurea per l'American Film Institute) del 2011, cui…
leggi tuttoDopo aver portato in superficie la cattiveria degli adolescenti e l’incapacità della società nell’aiutare gli emarginati, o meglio, la sua totale incapacità di accorgersene, con Welcome to the Dollhouse, e dopo aver devastato la visione ipocrita e perbenista dell’america in Happiness, con un anno di anticipo rispetto al più digeribile American…
leggi tuttoBuon film con al centro una riflessione sull'arte del raccontare, dell'onestà con la quale la si affronta, dell'inevitabile rapporto vampiristico nei confronti della realtà. Ma anche un ennesimo ritratto al vetriolo della società americana: della famiglia Livingston - con la parziale eccezione del figlio maggiore "I don't know" Scooby - non ce n'è uno simpatico e si…
leggi tuttoSolondz è il regista più caustico dell'America di oggi. In mezzo a due capolavori come "Happiness" e "Perdona e Dimentica", realizza questo film, dove la "fiction" diventa più vera del vero e scopre implacabilmente il lato oscuro dell'America, con il suo stile placido e "carveriano". Meno bello, comunque, degli altri due.
leggi tuttomi sembrava opportuno dedicare una playlist a questo regista americano, per molti erroneamente indie, per altri strumentalmente conservatore. troppo disturbante, o semplicemente "troppo". Noto ai più per Welcome…
leggi tuttoCome regalare un sorriso in una domenica mattina, di un cinefilo incallito, quando fuori ancora è freddo. Una rapida occhiata sui siti internet messi tra i preferiti, e scopri che un film sembrato…
leggi tuttoNel passato più o meno recente sono innumerevoli le pellicole che non vengono distribuite nelle sale cinematografiche, in dvd o in televisione. Ovviamente non tutte sono opere notevoli, ma molte meriterebbero…
leggi tuttoTodd Solondz si conferma (ancora una volta) un grande "cantastorie" di vicende amare che scavano nella società (americana) e nei rapporti personali. Il suo sguardo (neutro e distaccato) è politicamente scorretto e la regia è asciutta e funzionale al racconto. Il suo stile "tragicamente grottesco" è una lama che si conficca nel profondo dei rapporti umani;…
leggi tuttoQuand’ero ragazzo andavo a vedere i film provenienti dal Sundance Film Festival (nome che identifica il cinema indipendente americano sviluppatisi agli inizi degli anni 80) per la fascinazione derivante dal loro…
leggi tuttoTodd Solondz è un genio e non c'è altra parola per definirlo. I suoi racconti sono incisivi, caustici, precisissimi e affilati come bisturi, racconti di un'ordinaria deformità morale e psicologica che si nasconde (e lo fa molto bene) sotto una spessa coltre di formale, ma apparente normalità, nel sottobosco della provincia bianca americana. E sono film che lasciano…
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Commenti (2) vedi tutti
A dispetto di tutte le critiche osannanti, ho trovato questo film nichilista, nell’accezione del vocabolario Treccani:”...termine utilizzato per indicare una totale corrosione e caduta dei valori...”. Ho mollato tutto a metà e cassato Solondz. Sprecati i bravi Goodman e Giamatti
commento di francaraccioDepression City, USA.
commento di movieman