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The Final Cut

Regia di Omar Naim vedi scheda film

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La recensione su The Final Cut

di FilmTv Rivista
6 stelle

Il mondo del prossimo futuro presentato da The Final Cut sembra orientato da una tecnologia che lo posiziona verso una deriva inquietante e pericolosa. Lo sviluppo delle nanotecnonologie porta alla confezione del chip Zoe che, impiantato nel cervello dei nascituri, permette di registrare tutto ciò che viene rappresentato sotto gli occhi dell’individuo dal momento del parto sino a quello della sua morte. Dopo il decesso un esperto montatore provvede a estrapolare quanto di meglio il defunto ha fatto nella sua vita per celebrarlo in un funerale speciale chiamato Rememory. Quella del montatore diventa nel film una figura cruciale che di fatto si pone al di sopra dei pari e appartiene ad una casta con una rigida osservanza di leggi e doveri. Attorno al rispetto di tale codice etico, il regista e sceneggiatore esordiente Omar Naïm costruisce una storia ambigua dalle molte promesse ma che in effetti si dimostra un assemblaggio di déjà-vu nonostante una trovata finale non disprezzabile. Gli echi di Brainstorm-Generazione elettronica, di Strange Days e altro si inseguono fastidiosi come mosche e lo stesso personaggio cruciale del montatore, interpretato da Robin Williams, che scruta e si insinua nelle vite degli altri per tentare di scoprire il senso della sua, occhieggia pericolosamente a un altro che l’attore ha recentemente interpretato.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 22 del 2005

Autore: Fabrizio Liberti

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