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Nel 1978 Aleksandr Sokurov gira un breve documentario (20 minuti) su di una comunità di contadine russe; ad un primo approccio sembrerebbe focalizzarsi su rituali e condizioni lavorative nei campi; il ritratto di una routine ‘spacca-ossa’. Probabilmente nel ’78 per Sokurov stesso Maria fu solo ‘la contadina’ a cui dedicò la sequenza… leggi tutto
Sokurov sembra suggerire che alla solitudine dell'immensa campagna russa si accompagna la solitudine e il vuoto delle esistenze umane. Di sicuro l'ambiente in cui si vive rappresenta l'anima di chi ci vive e viceversa. Questo vale per tutti i popoli. Sicuramente il viaggio verso la campagna, all'inizio della seconda parte, è alienante: ed in fondo è ciò che pensa Sokurov del socialismo… leggi tutto
Riporto qui un virgolettato di Maurizio Gily, “consulente in viticoltura sostenibile e biologica, divulgatore scientifico, coordinatore di progetti di ricerca e sviluppo e docente presso l’Università…
leggi tuttoNel 1978 Aleksandr Sokurov gira un breve documentario (20 minuti) su di una comunità di contadine russe; ad un primo approccio sembrerebbe focalizzarsi su rituali e condizioni lavorative nei campi; il ritratto di una routine ‘spacca-ossa’. Probabilmente nel ’78 per Sokurov stesso Maria fu solo ‘la contadina’ a cui dedicò la sequenza…
leggi tuttoBello anche se non tra i migliori delle elegie, è bel documentario rurale sulla classe lavoratrice ed infaticabile messa di fronte al progresso. Bellissimo e straziante il lunghissimo camera-car che ripercorre la strada verso il finale; meno convincenti le ultime immagini con il sottofondo di "Mamma". voto: 7
leggi tuttoSokurov sembra suggerire che alla solitudine dell'immensa campagna russa si accompagna la solitudine e il vuoto delle esistenze umane. Di sicuro l'ambiente in cui si vive rappresenta l'anima di chi ci vive e viceversa. Questo vale per tutti i popoli. Sicuramente il viaggio verso la campagna, all'inizio della seconda parte, è alienante: ed in fondo è ciò che pensa Sokurov del socialismo…
leggi tuttoUn’elegia di trentotto minuti, divisa in due parti, alla quale Sokurov ha lavorato per un decennio. È esemplare come modello di documentario poetico e fortemente realista, ma forse ancor più stupefacente è il genio del regista, la sua capacità di sintesi, di coinvolgimento, di riflessione sulla caducità della vita e sui falsi miti e ideali politici. Non bisogna infatti dimenticare che…
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Commenti (1) vedi tutti
Esperimento interessante ed abbastanza coraggioso nell'Unione Sovietica, ma riveste un interesse quasi più sociologico e direi quasi etnografico che cinematografico. Mestiere che entra nell'esperienza di Sokurov.
commento di sasso67