Regia di Bruno Gaburro vedi scheda film
Sottospecie di porno senza penetrazione esplicita, questo Maladonna di Gaburro sorprende in quantità di accoppiamenti carnali fra i protagonisti (etero e anche lesbo, per gradire) e per le voluminose mammelle in possesso - ed ampio sfoggio orgoglioso, come dar loro torto? - delle attrici. Paola Senatore è la star della faccenda e chiaramente non si tira indietro quando c'è da ostentare; soggetto e sceneggiatura sono un misfatto di Piero (Pietro) Regnoli, specialista nel non deludere gli amanti del trash più puro. La maggior parte della pellicola è ambientata in camera da letto ed i dialoghi sono composti principalmente di mugolii e gemiti: perchè mai una persona sana di mente dovrebbe aver voglia di vedere un film (film?) del genere? Chiariamoci: per la pure onorevole categoria degli onanisti hanno inventato il porno; a cosa serve mai un prodotto di questo tipo? Misteri. Per la Senatore questo e il prossimo Malombra di Gaburro saranno gli ultimi due lavori nel cinema, quanto meno in quello 'tradizionale' (quello per onanisti escluso, insomma). Fra gli altri interpreti ci sono Maurice Poli, Fulvio Mingozzi e Claudia Cavalcanti; nel cast tecnico, altri nomi di basso o bassissimo profilo: il montaggio è di Alessandro Lucidi, la fotografia di Pasquale Fanetti (altro esperto di incursioni nel genere 'per onanisti') e le musiche di Stelvio Cipriani. 1,5/10.
Epopea sessuale di una ninfomane ottocentesca.
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