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Quell'ultimo giorno - Lettere di un uomo morto

Regia di Konstantin Lopushansky vedi scheda film

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La recensione su Quell'ultimo giorno - Lettere di un uomo morto

di bradipo68
8 stelle

Questo è un film che ti entra lentamente sottopelle,che ti mette a disagio,che ti angoscia e che quasi ti obbliga a distogliere lo sguardo.Sembra stringerti il collo in una morsa maligna che non si allenta.E visto quello che sta succedendo di questi tempi è decisamente attuale.Soffocante è la parola giusta e non per le maschere antigas(che sono veramente suggestive del clima che si "respira" in questo film) che indossano i vari personaggi quando vanno all'esterno.Definire lo scenario di questo film di Lopushansky(assistente di Tarkovskij in Stalker e direi che si vede chiaramente) post atomico o post nucleare che dir si voglia è riduttivo.Qui sembra di essere oltre la  fine del mondo e tutto è successo per errore umano,un pulsante che è stato premuto con qualche secondo di ritardo(perchè un caffè è andato di traverso all'operatore deputato a tale mansione) e una bomba nucelare ha distrutto tutto.L'uomo causa della distruzione totale.Macerie,frammenti di civiltà come macchine e vestigia di progresso semidistrutti,accatastati come in un gigantesco cumulo pronto per essere bruciato,quei pochi esseri umani rimasti costretti a sopravvivere in umidi sotterranei.Fuori non si può andare,c'è il coprifuoco.Il protagonista è un professore,premio Nobel che  nella sua mente continua a scrivere lettere a suo figlio Eric perito nel disastro nucleare.Forse perchè pensa che sia vivo o forse queste lettere sono l'unico modo per sentirlo vivo,accanto a  sè.Lui assieme a pochi altri è asserragliato nei sotterranei del museo circondato dai manufatti di epoche che furono,che gli ricordano in continuazione il passato luminoso che ha vissuto l'uomo.Luminoso in confronto a quello che sta vivendo adesso.Un presente senza speranza di futuro e forse le lettere a Eric sono l'unico modo per mantenere un barlume di speranza anche quando accanto a lui la gente continua a morire per gli effetti delle radiazioni.Il film di Lopushansky è un film accorato e disperato,veramente impressionante dal punto di vista scenografico girato a colori ma le tonalità sono talmente spente che sembra girato in bianco e nero,a volte virato al seppia.Un film buio,deprimente che però riesce in qualche maniera ad aprirsi alla speranza.A modo suo però.

Mentre un uomo è in cammino,
allora c'è ancora speranza per lui.

Per dare un indegno termine di paragone The Road,confrontato a questo film, è un autotreno con rimorchio carico di buon umore....

Su Konstantin Lopushansky

la cinepresa si muove lenta catturando tutta la disperazione di luoghi e personaggi

Su Roland Bykov

prova eccellente

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