Regia di Duccio Tessari vedi scheda film
Duccio Tessari affoga in un mare di banalità.
Vedere Christiam de Sica a inizio carriera da piacere, come fa piacere vedere ogni tanto Oreste Lionello in veste di attore, e non di doppiatore, ma questo è proprio un filmetto misero misero. I dialoghi sono di Maurizio Costanzo, che per fortuna poi abbandonò il cinema per la televisione. La sceneggiatura (a più mani) è incerta e zoppicante, le situazioni sono non comiche ma risibili. Vivono di un umorismo che può andare bene per i minori di quattordici anni, e i nudi femminili sono quanto mai pretestuosi.
A questo punto sarebbe interessante leggere il romanzo da cui è tratta la pellicola, che evidentemente deve aver venduto un buon numero di copie.
Quasi per dispetto, il film gode di un'eccellente qualità d'immagine, frutto di buone condizioni della pellicola e un riversamento digitale a regola d'arte: colori cristallini, grana zero, chiaroscuri perfetti. Però l'abito non fa il monaco.
Duccio Tessari, discreto artigiano del cinema popolare italiano, fa quello che può (si vede qualche attenzione tecnica e la buona volontà), ma quando la materia prima è di bassa qualità, anche il prodotto, poi, si disfà tra le mani.
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