Regia di Giancarlo Romitelli vedi scheda film
Se Lang Jeffries, Joachim Hansen e Laura Valenzuela sono nomi di attori che dicono poco o niente, quello di Romitelli - il regista - è invece un cognome che dice più facilmente niente che poco. Autore di una manciata di titoli fra la metà dei Sessanta e la metà dei Settanta, Romitelli ha sempre lavorato con mezzi scarsissimi producendo sgangherati film di serie Z; questa blanda imitazione di James Bond rappresenta il suo esordio dietro la macchina da presa e può persino vantare la firma di Ennio De Concini sulla sceneggiatura, insieme a quelle meno blasonate di Josè Luis Dibildos, Robert Weller e di Romitelli stesso. Ma la sostanza è comunque poca e messa in scena con tecnica infima; tutto è sbagliato nella pellicola, dalle inquadrature al montaggio alla recitazione, rendendola a suo modo sgraziatamente affascinante, di un qualche interesse per i cultori del trash. In mancanza d'altro (di mezzi, soprattutto), il regista prova a spingere sul pedale dell'azione, ma la sua confezione è talmente disastrosa da vanificare qualsiasi pretesa di suspence o di curiosità. 1/10.
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