Regia di Gianfranco Parolini vedi scheda film
Agile, scaltro, fascinoso: Joe Walker è uno 007 all'amatriciana, con tanto di risvolti da commedia rosa che non molto hanno a che vedere con James Bond e scenari cartolineschi che tradiscono apertamente la realizzazione a budget modestissimo che sta dietro l'operazione. Parolini, esperto di lavori di serie B, ha la mano leggera sulle scene d'azione e questa caratteristica lo salverà più di una volta nella sua carriera dallo sfacelo totale, dovuto a storie inverosimili, produzioni taccagne, interpreti scelti evidentemente troppo in fretta. Anche qui il teorema appena citato si può verificare: non rimane molto di questo pasticcio in salsa di spy story, con un protagonista non eccelso come Tony Kendall (e Brad Harris è l'unico altro nome nel cast che esca dall'anonimato o quasi) impegnato in vicende clamorosamente banali/risapute e proiettato fin dalla prima scena verso un trionfale finale in cui i cattivi hanno la giusta punizione (anche a suon di cazzotti) e i buoni e belli e bravi vengono oltremodo premiati. Fumettistico, sì, ma tirato via, girato con scarso entusiasmo. Parolini compare in un ruolino con il consueto pseudonimo attoriale di Frank Littleword, mentre per la regia preferisce firmarsi con un altro consueto pseudonimo e cioè quello di Frank Kramer. Curiosità: la versione italiana (e quindi originale) del film si intitola Jo Walker, ma in quella diffusa all'estero il protagonista ha per nome Joe. 2/10.
Una rivoluzionaria invenzione viene custodita da uno scienziato in Indocina; dall'America arriva l'agente segreto Joe Walker per proteggerlo dalle spie nemiche.
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