Regia di Wes Craven vedi scheda film
Opera prima di Wes Craven, futuro regista di opere cult come Nightmare - Dal Profondo della Notte (1984) e Scream (1996), qui alle prese con un film ispirato ad una ballata svedese medioevale, da cui trasse spunto Ingmar Bergman per il suo film La Fontana della Vergine (1960), vincitore del premio oscar miglior film straniero e pellicola molto ammirata da Craven, che decise di usarne l'impianto base dell'opera scandinava, ambientando però la vicenda nella contemporaneità descrivendo la contorcultura hippy dell'epoca impersonificata dalla giovane diciassettenne Mary (Sandra Cassell) e la sua miglior amica Phyllis Stone (Lucy Grantham), con la violenza latente nella società americana durante la guerra del Vietnam, profondamente barbare anche dietro l'apparenza rassicurante, dove vige la legge del taglione, mentre la legge dell'autorità viene continuamente sbeffeggiata tramite siparietti comici dei due sceriffi, come a volerne sminuite l'importanza in un paese come gli USA intrisecamente violento.
L'Ultima casa a Sinistra (1972) è una tipica pellicola di serie "C" dell'epoca, girata a bassissimo costo (meno di 90.000 dollari), con l'obiettivo dichiarato di shockare lo spettatore il più possibile in modo da far parlare molto di sè e generare così un passaparola positivo, in modo da raccattare qualche soldo per guadagnarci qualcosa, ma l'inaspettato successo (oltre 3 milioni ai botteghini solo nel mercato domestico), rese una pellicola destinata al'oblio dopo qualche setimana di programmazione, un cult che ancora oggi riesce ad essere interessante, nonchè un documento audio-visivo sulle scosse che permeavano la società americana nella prima metà degli anni 70'.
Mary viene da una buona famiglia, la madre Estelle ed il padre John sono due brave persone e quest'ultimo è un dottore stimato; questi ultimi contestano i film horror che la loro figlia vede e gli spettacoli a cui assiste, perchè pieni di violenza nonostante la giovane sia appartenente alla cultura hippy il cui motto è "pace e amore", il gap generazionale è evidente sopratutto in merito all'uso del reggiseno da parte della madre e dal rifiuto di indossarlo da parte della ragazza perchè considerato un indumento retaggio della cultura maschilista. Mary e la sua migliore amica Phyllis, hanno un appuntamento per andare a vedere uno spettacolo, ma prima vogliono un pò di mariujana per dare una scintilla alla serata, ma finiscono l'imbattersi in un gruppo di criminali appena evasi capitanati da Krug (David Hess), che insieme a suo figlio Junior, Fred e Sadie, faranno passare ore infernali alle due ragazze.
L'Ultima casa a Sinistra è una pellicola che aveva sicuramente come punto di riferimento i cinema dei drive-in, dove ragazzi e ragazze si appartavano nelle loro macchina e guardavano distrattamente la pellicola, come tanti B-movie a basso costo, Craven ed il produttore Cunningham hanno puntato molto sulle singole sequenze shock, più che dare omogeneità alla pellicola, che indubbiamente vista oggi presta il fianco a dei dialoghi di scarsa qualità, interpretazioni degli attori abbastanza mediocri, una sceneggiatura non organica del tutto e indubbiamente ad una fattura tecnica molto rozza, specie nel montaggio curato dallo stesso regista.
Prendere o lasciare quindi, ma la povertà dei mezzi comunque offre soluzioni interessanti come il girare l'opera in 16mm (per questioni in primis economiche), donando al film un fascino malsano e degradante, specie nella parte centrale e sicuramente più riuscita di tutta l'opera, in cui Mary e Phyllis vengono seviziate, violentate ed infine ammazzate brutalmente dai membri del gruppo criminale, se oggi pugnalate e sangue non fanno più shock, un certo disgusto pervade lo spettatore quando Phyllis viene costretta a fare pipì nei propri pantaloni, degrado accentuato dal taglio quasi-documentaristico della ripresa di tali sevizie, che sono spesso roba comune in alcuni fatti di cronaca nera aventi come autori delle persone depravate e senza alcuno scrupolo. Le due ragazze prima di crepare devono soffrire le pene dell'inferno, perchè Craven dà una rappresentazione realistica della violenza dove una pugnalata non ammazza la vittima, ma la lascia in vita agonizzante costringendola a strisciare per cercare scampo da un incubo senza fine; se Bergman lavorava di manico, Craven sfrutta efficamentente tale possibilità nel primo stupro ai danni di Phyllis inquadrando la reazione spaventata di Mary, ma nel bosco il coltello si vede tutto causando disgusto e shock nello spettatore dell'epoca, nonchè molte critiche e richieste di censura per un'opera che non vuole fare altro che dare un certo ritratto oscuro della violenza presente nella società americana, accentuato da una messa in scena sporca e degradata, costruendo però una bella immagine quando viene uccisa Mary nello stagno dai chiari rimandi pittorici e al contempo sancire l'impossibilità di una catarsi dall'atto violento in sè.
Peggio dei criminali risultano essere i due borghesi, genitori di Mary, quando si ritroveranno casualmente ad ospitare il gruppo di evasi, dando vita ad una tremenda spirale vendicativa, che finisce con il renderli molto peggio di Krug e soci, una violenza calcolata e premeditata, preannunciata dall'incubo di Fred con l'inquietante scalpello sui denti, future visoni oniriche angosciose che saranno alla base delle oepre successive del regista e adoperate alla grande in Nightmare, dove tale concetto risulterà essere alla base del film.
Remake o omaggio? Violenza mediata o gratuita? Chiaramente Wes Craven non è Ingmar Bergman, la cornice traballa un bel pò ed è privo degli aspetti teleologici e del manico del regista svedese, ma è anche vero che i tempi erano cambiati e oltre 10 anni dopo l'orrore non poteva più essere solo suggerito, ma andava mostrato nella sua devastante brutalità.
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