Regia di Vittorio Moroni vedi scheda film
Ogni anno escono molti brutti film italiani. Non si capisce perché solo alcuni non trovino la strada delle sale, non necessariamente i peggiori. Com’è il caso di Tu devi essere il lupo, opera prima scritta e diretta da Vittorio Moroni, che nessun distributore ha voluto comprare. Moroni e i suoi collaboratori hanno deciso di fare da soli, sotto la sigla Myself e con un aiuto dalla Pablo. Scritta con pudore e sensibilità, è la storia piccola piccola di un ragazzo padre che fa il tassista e della figlia adolescente, delle complicità e delle asprezze reciproche, di un equilibrio affettivo difficile da mantenere, soprattutto all’apparire di altre figure femminili. Intessuto di ricordi e di emozioni impalpabili, inconsueto nella delimitazione dei paesaggi (Sondrio e Lisbona), molto attento alle emozioni femminili, scritto con la giusta dose di silenzi, il film è solo un po’ troppo benevolo verso tutti i suoi personaggi e un po’ fragile in alcune storie laterali, che forse si sono perse per strada durante i tempi drammaticamente lunghi della realizzazione. Ma merita di essere visto.
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