Regia di Paolo Genovese, Luca Miniero vedi scheda film
La timidezza è una malattia. Degli uomini, delle donne e di molti registi nazionali. Non fanno eccezione Genovese & Miniero, gentili e garbati fin dal loro rinfrescante esordio, Incantesimo napoletano. Troppo gentili, troppo garbati e troppo timidi. Si prenda, ad esempio, il momento in cui l’impacciato e bloccatissimo personaggio ben impersonato da Pierfrancesco Favino, viene sostituito dallo scaltro piacione che, magicamente, appare all’improvviso nelle simpaticissime sembianze di Valerio Mastandrea: un colpo di teatro che ha sì il potere di far ridecollare il film, ma che rimane l’unica vera idea forte della narrazione. Per fortuna, i contorni non sono banali: il pensionato Carlo Delle Piane è un mediano metodista che si ingegna come pochi nel portare a casa la giornata senza ansie di vuota anzianità; e alla dolcissima Lorenza Indovina basta una sequenza (quella del pranzo organizzato dalla figlioletta e dal “nonno”) per giustificarla e rimpiangere di spiarla in così rari lavori. Una commedia divertente, sorridente e riflessiva, macchiata di melanconie tutte contemporanee e che dispiace non aver sorpreso più coraggiosa.
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