Regia di Stefano Pasetto vedi scheda film
La storia d'amore tra uno scaricatore di porto (Rongione) e una lei (Bobulova) che fa il medico in un ospedale triestino è l'epilogo di un racconto destrutturato che comincia sette anni prima, quando lui finisce in carcere per la prima volta per una sciocchezza, poi trova lavoro come pasticcere, quindi si inguaia di nuovo quando spacca la testa a un collega che ha molestato quella che ormai era la sua ex-compagna.
Il film dell'esordiente Stefano Pasetto rientra in un filone riconoscibile del cinema italiano che raccoglie ormai numerosi titoli (Cinque giorni di tempesta, Le acrobate, L'albero delle pere, Una vita non violenta, L'imbalsamatore, La felicità non costa niente, Alla fine della notte, Nemmeno il destino) accomunati dallo stile narrativo a puzzle e da una desolazione esistenziale che si muove tra afasia e nichilismo. Qui il racconto poggia su una cifra stilistica ben visibile (montaggio incrociato, campi e controcampi, immagini usate spesso in senso metaforico) ma il progetto è troppo ambizioso per non cadere nella trappola di un manierismo fine a se stesso.
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