Regia di Stefano Pasetto vedi scheda film
Lei, una superba, bellissima, Barbora Bobulova, e lui, un ottimo Fabrizio Rongione, non hanno nemmeno un nome in questo bell'esordio di Stefano Pasetto. Sono due figure solitarie, ambedue in fuga perenne, profughi, chi per un motivo, chi per un altro, di una Trieste silenziosa, scelta, non a caso, come terra di frontiera. S'inseguono da sempre, pare, in una prima parte notturna e fascinosa, dove la città si stringe sulle loro tristezze, sulla vita che non funziona, fino a quando il destino, per una volta, decide di concedergli una possibilità, un incontro, una speranza di ancorare le loro vite nei rispettivi golfi dell'anima, con il film che si apre, alla luce, al vento, al mare della città friulana. Pasetto mette in immagini un piccolo poema, e lo fa con garbo e asciuttezza, lo fa dando spessore ai particolari, alle mani, alle schiene, alle nuche. "Tartarughe Sul Dorso" è un esordio importante, un film operaio e trattenuto, quasi un'opera dei Dardenne, ma spogliata di ogni impiccio politico. Questo era, al tempo dell'uscita, 2004, davvero un bello sguardo cinematografico e una perla quasi del tutto sconosciuta. Recuperatelo, nella bella edizione in DVD che contiene anche il cd con le musiche della Banda Osiris.
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