Nel parlatorio di una prigione, un uomo e una donna ricostruiscono la loro storia fatta di incontri mancati.
Note
Strutturato a incastri, come la partita di Scarabeo che sorregge lo sviluppo narrativo, gioca di sottrazione, ha pudore e rispetto per chiunque, e non si lascia incantare dalle lusinghe delle facili scorciatoie. Un’opera che, con umiltà, ha l’ambizione di circondare con amore alcuni disagi del galoppante, cinico, egoista mondo contemporaneo.
Kieslowski in salsa triestina? Piano con le esagerazioni. Piuttosto un anelito semplice, sincero e confuso alla poetica del maestro polacco, un lasciar parlare per noi oggetti, animali e sentimenti che compongono un quadro di desolata tendenza alla felicità impossibile, sfuggente e come portata via da quella bora che non si vede mai e che pure si sente, nella sua affascinante… leggi tutto
Un film particolare pieno di silenzi,sfalsato sul piano temporale(il che rende se possibile ancora piu'impegnativa la sua visione)con tutta una serie di incontri mancati intervallati a partite di scarabeo nel parlatorio di una prigione.Lui aiutante in una pasticceria alla ricerca di una seconda occasione,lei ortopedica sposata ad un primario con dei sensi di colpa che la opprimono giorno dopo… leggi tutto
Un film senza infamia e senza lode.In alcuni momenti la storia e' talmente improbabile da risultare stucchevole.Ma ci credete voi che una dottoressa insegua un piccolo e instabile delinquentello con una perspicacia senza limiti e non molto corrisposta da quest'ultimo...bah...voto di stima solo perche' trattasi di esordio registico. leggi tutto
Kieslowski in salsa triestina? Piano con le esagerazioni. Piuttosto un anelito semplice, sincero e confuso alla poetica del maestro polacco, un lasciar parlare per noi oggetti, animali e sentimenti che compongono un quadro di desolata tendenza alla felicità impossibile, sfuggente e come portata via da quella bora che non si vede mai e che pure si sente, nella sua affascinante…
La storia d'amore tra uno scaricatore di porto (Rongione) e una lei (Bobulova) che fa il medico in un ospedale triestino è l'epilogo di un racconto destrutturato che comincia sette anni prima, quando lui finisce in carcere per la prima volta per una sciocchezza, poi trova lavoro come pasticcere, quindi si inguaia di nuovo quando spacca la testa a un collega che ha molestato quella che ormai era…
Un film senza infamia e senza lode.In alcuni momenti la storia e' talmente improbabile da risultare stucchevole.Ma ci credete voi che una dottoressa insegua un piccolo e instabile delinquentello con una perspicacia senza limiti e non molto corrisposta da quest'ultimo...bah...voto di stima solo perche' trattasi di esordio registico.
Lei, una superba, bellissima, Barbora Bobulova, e lui, un ottimo Fabrizio Rongione, non hanno nemmeno un nome in questo bell'esordio di Stefano Pasetto. Sono due figure solitarie, ambedue in fuga perenne, profughi, chi per un motivo, chi per un altro, di una Trieste silenziosa, scelta, non a caso, come terra di frontiera. S'inseguono da sempre, pare, in una prima parte notturna e fascinosa, dove…
Pranzo di ferragosto ha scoperchiato un vaso di Pandora contenente film non precisamente sotto gli occhi di tutti.Perche'oltre a cinema d'autore destinato a pochi e cinepattoni destinati a troppi c'è anche un…
Il cinema italiano dei registi esordienti ormai si può dividere in tre categorie. Il genere realistico/impegnato che ha alcuni pregevoli titoli in "Saimir" di Francesco Munzi o "Tornando a casa" di Salvatore Marra. Il genere giovanilistico alla "Notte prima degli esami" & C. Il genere drammatico esistenziale stile "La spettatrice" di Paolo Franchi. "Tartarughe sul dorso" appartiene chiaramente…
Un film particolare pieno di silenzi,sfalsato sul piano temporale(il che rende se possibile ancora piu'impegnativa la sua visione)con tutta una serie di incontri mancati intervallati a partite di scarabeo nel parlatorio di una prigione.Lui aiutante in una pasticceria alla ricerca di una seconda occasione,lei ortopedica sposata ad un primario con dei sensi di colpa che la opprimono giorno dopo…
i nomi non sono importanti, lo sono soltanto le emozioni che attraversano i corpi denominati, e le vicende di Lui(lavoratore talentuoso ma violento) e Lei(stimata dottoressa con dubbi esistenziali) si intrecciano da sempre in modo piuttosto interessante. Il film di Pasetto(la sua opera prima) è sicuramente molto interessante, come i due personaggi, che pur essendo talvolta fuori dalle righe, e…
Silenzi, sguardi, ricordi, un film ipnotico che svela poco per volta una storia mai vissuta pienamente, tra due persone che si sono sfiorate, incrociate e perse nelle incomprensioni della vita. Due persone che mostrano tutta la loro fragilità, proprio come due tartarughe sul dorso che nonostante la corazza non hanno possibilità di difesa alcuna. Un'ottima opera prima e un'ottima prova…
Si un melò, ma la storia è pochissima, l'interessante del film sono i due personaggi, che si arrotolano su sé stessi e sono vittime di un destino definito, ma che loro affrontano come un gioco a scarabeo.Sono in fondo, due tartarughe sul dorso, come dice il bel titolo del film. Una buona sceneggiatura non facile, per gli incastri a cui è soggetta di Marina Fabbri (chi è, la critica??),…
Film intenso e emozionante e al tempo stesso ragionato e riflessivo. Pieno di simbolismi sulla comunicazione, sulla forza del caso e sul potere che abbiamo di mutare la nostra vita. Pasetto scava nell'intimo dei suoi personaggi, parlandoci d'amore, della difficoltà di comunicare e di adattarsi alla vita ed alle sue logiche. E il risultato é davvero convincente. ***
ho visto recentemente quesro film per curiosità, dato che è girato nella mia città. l'ho trovato di una noia e piattezza disarmante, non concordo per nulla alla vostra recensione e non capisco come mai sopravalutate la bobulova, è totalmente inespressiva.....
dimenticavo, è la prima volta che al cinema vedo gente alzarsi prima della fine di un film
Un piccolo film sull'ossessione dei ricordi e sul loro potere a volte paralizzante. Discreto, misurato, molto imperfetto e discontinuo e forse troppo cerebrale, ma affascinante. Splendida la Bobulova, che tolti i panni forzati della protagonista di Cuore Sacro, torna ad essere quella che era stata ne "La Spettatrice".
Lui e lei, due sguardi in pena, con passati ingombranti, in una città di frontiera, passaggio obbligato per andare oltre, per trovare un altrove. Trent’anni sono sufficienti per rischiare di sentirsi completamente fuori luogo e inopportuni. Anni di galera spesi da innocente, violenze brutali subite da un corpo fragile come quello di una tartaruga, che lei accudisce con largo affetto e dietro…
Esempio di cinema essenziale, emotivo, che scava nel nostro sub inconscio, nelle nostre esperienze di vita per dare un senso agli eventi che si dipanano davanti ai nostri occhi.
Frammenti, oggetti, parole che si intrecciano per ricostruire attraverso una lunga serie di flashback due vite, quella di “lui” giovane operaio con un passato violento alle spalle, e quella di “lei” medico…
Dopo il piccolo "caso" del film "La spettatrice", l’attesa e "curiosa" opera di Michele Placido (presentata in Concorso al Festival di Venezia) "Ovunque sei" ed il successo di "Cuore Sacro", Barbora Bobulova si va imponendosi come uno dei volti più interessanti ed emergenti della nostra cinematografia.
Al Lido è stata presente anche in un altro film (selezionato nelle "Giornate degli…
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