Regia di Jordan Roberts vedi scheda film
Ecco uno di quei film per i quali il pollice verde è un po’ esagerato, però non si riesce a resistergli (al colore del pollice). Dietro l’angolo è opera piccina, eppure, in un modo o nell’altro, volenti o nolenti, è cinema decoroso, se vogliamo convenzionale e già visto, ma almeno degno di chiamarsi cinema. Insomma, uno di quei bei filmini che guardi con piacere, che magari hanno l’effetto di una sorsata d’acqua fresca, che non ti cambiano la vita né hanno la presunzione di farlo, ma dicono belle cose, mettendo in scena interpreti che è una goduria guardare. Il viaggio di Jason e del padre Turner attraverso la terra di un’America provinciale e magnifica, per esaudire le ultime volontà di Henry, padre di Turner e nonno di Jason, è ovviamente percorso di conoscenza intrecciata e di se stessi, nel recupero di una memoria che è consanguinea e non certo familistica. Un film di generazioni maschili a confronto, che riesce a raccontare con umile partecipazione un universo identitario e un modo di vedere e vivere. Splendido Josh Lucas, enormi Christopher Walken (che ad ogni ruolo pare debba dimostrare le sue doti di ballerino) e Michael Caine, un bijou il piccolo Jonah Bobo. Divertentissima l’infermiera Katrina di Glenn Headly, che divora film horror e che parla con un accento bizzarro e svagato (peccato sentirlo doppiato)
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