Regia di Cédric Kahn vedi scheda film
Modesto padre di famiglia con moglie rampante e fascinosa nel grande esodo vacanziero. Un “detour” durante il viaggio lo porta, in una sorta di delirio alcolico, a perdere la consorte, dare un passaggio a un pericoloso evaso, uccidere per non essere ucciso, ritrovare la moglie, ripartire come se niente fosse. O quasi. Tratto da un romanzo di Simenon del periodo americano, Luci nella notte di Cédric Kahn sembra uno di quei film degli anni ’70 a metà strada tra il revenge movie e il polar d’autore. Il protagonista Jean-Pierre Darroussin, in una febbricitante performance che ricorda Trintignant, pare uscito da quell’immaginario. E ci sono spiazzanti scelte di regia, come i dodici minuti di piano sequenza al telefono in vertiginosa ricerca della moglie. Il film gira intorno a due argomenti: il primo, quello della destabilizzazione della coppia borghese, è trito e ritrito; il secondo, quello della riappropriazione dell’identità ferina e dominatrice del maschio, in conflitto con la donna realizzata e castratrice, è molto interessante ma forse un po’ irrisolto, e lasciato alla bravura degli attori (lei, Carole Bouquet, è altrettanto in parte). Un noir in ogni caso godibile, che speriamo non passi inosservato.
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