Regia di Thomas McCarthy vedi scheda film
Non che sia un brutto film, ma in quanto a idee lascia parecchio a desiderare. Almeno ha l'accortezza di durare poco più di 80 minuti, evitando di annoiare ad oltranza. Quella di McCarthy è una storia di atipicità piuttosto che di anormalità; sopravvivere al passaggio di un treno sul proprio corpo è eccezionale, ma plausibile. La donna che rivede nel nano il figlio morto lo è altrettanto. E mentre la particolarità del nano è fisica, esteriore, quelle dei personaggi che incontra - non altrettanto visibili - sono sbandierate senza timore del giudizio altrui, il che lo aiuterà a vincere qualche perplessità relazionale. Ma il finale non apre alcuno spiraglio, se non a ipotesi fantasiose. Peccato.
Un nano schivo e taciturno, ossessionato dai treni, eredita un casello in disuso e va a viverci. Gli toccherà smussare il suo carattere per sopportare i pochi, ma invadenti vicini.
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