Regia di Richard Eyre vedi scheda film
In sala, alla prima proiezione del film in città, saremo stati a dir tanto una dozzina per un film che è stato quasi completamente snobbato dalle riviste di cinema, se si esclude qualche breve accenno. Eppure il film considera una parte importante della storia del teatro inglese, per cui mi stupisce tanta indifferenza. Forse, come già successo per altre pellicole, è il tema sull’identità sessuale il problema? Ai posteri l’ardua sentenza!!! Un film ben fatto e splendidamente recitato, anche nei piccoli ruoli in cui s’intravedono attori del cinema anglosassone forse poco noti in Italia, cui non rende molta giustizia il doppiaggio italiano, unica pecca del film, non all'altezza di rendere realistico il linguaggio vivace e ardito. Da non tralasciare la bellissima ricostruzione degli ambienti e dei costumi dell’epoca. Insomma, ho aspettato tanto questo film e posso dire che ne è valsa la pena!
La trama non delude e mantiene “le sue promesse”. Entriamo subito nella vicenda vedendo ascesa e caduta di Edward Kynaston, che prima è considerato la donna più bella della città, acclamato e amato dal suo pubblico e non solo, poi si vede togliere fama e fortuna da una ragazza determinata a recitare, tanto da pagare un teatro abusivo per poterlo fare. Molto singolari i due provini, prima di Maria/Claire Danes, la cui inesperienza a muoversi sulle scene fa ridacchiare soddisfatto il “rivale” Kynaston/Billy Crudup, che però fallisce assai più drammaticamente il suo provino nei panni di un uomo davanti a tutta la corte. L’attore è infatti stato educato dal suo maestro, che lo ha raccolto dalla strada, a muoversi e pensare come una donna, per cui è incapace di vedersi come uomo. “Le donne fanno tutto in modo bello”, sono le sue parole, mentre tenta di spiegare a Maria cosa prova. L’attore può testare la fedeltà di coloro che gli furono vicini nel successo: irrimediabilmente tutti gli voltano le spalle, se non gli fanno di peggio, per vendetta a presunti torti subiti da lui. Tutti tranne Maria, che in realtà lo ama e che forse, ottenuto il permesso di recitare, si accorge di quanti compromessi deve fare per proseguire in quella carriera. Colpo di scena nel bellissimo finale, in cui per un attimo si ha la sensazione che la realtà si sia mescolata alla finzione.
Innanzitutto il bamboleggiante doppiaggio italiano, qui al suo peggio, che vive di fama riflessa e che smorza parecchio il film, meno male che la gestualità degli attori riesce a trasparire nonostante le pessime voci, Crudup non ha il suo solito bravo doppiatore a meno che non abbia cambiato voce all’improvviso. L’unica a salvarsi è la voce di Maria, molto più espressiva. Altra pecca è, non del film, ma piuttosto di certi recensori che anticipano i finali, raccontando della nascita di un figlio, di cui non si vede l’ombra, perlomeno nella versione cinematografica, forse ne parlava nel romanzo da cui è stato tratto il film... Comunque attendo l’arrivo del DVD che mi permetterà di ascoltarlo finalmente con le voci originali.
È convincente nella parte del nobile innamorato di Desdemona ma non di Ned, che abbandona per sposarsi con una donna.
Fa sempre piacere ritrovarlo in un film, qui forse è in una parte un po’ a margine, ma divertente.
Divertente il duetto con l’attrice Zoe Tapper che interpreta la sua amante. Un re eccentrico che, un per amore, un po’ per rivalsa su chi lo ha costretto all’esilio, abolisce la legge bigotta che da vent’anni impedisce alle donne di recitare e oltretutto decide persino di proibire agli uomini di vestire abiti femminili.
Mi piace molto questa attrice che impersona una donna passionale e determinata ad ottenere ciò che vuole. Molto in sintonia con il partner maschile, riesce a mimarne i gesti e ad esprimere una forte sensualità. Spero che continui ancora a lavorare!
Abituata a vederlo in film dove impersona uomini mascolini ed eterosessuali, (sebbene non machi per eccellenza), mi ha molto colpito la sua interpretazione in questo film: un uomo dalla sensibilità portata all’eccesso e con il coraggio di saper essere amante appassionato di un uomo, che poi lo abbandonerà una volta caduto in disgrazia, poi della donna che l’ha portato “alla rovina”. Una parte, a mio parere, non facile che lui ha affrontato benissimo. Troppo volutamente “a parte” per il cinema statunitense, temo che difficilmente potremo vederlo vincere un Oscar, ma più di una volta l’avrebbe meritato.
Riesce a far entrare gli attori nella parte e fa un’ottima ricostruzione d’epoca. Ottimo lavoro! Mi viene voglia di rintracciare il libro “Complete Female Stage Beauty”, da cui il film è stato tratto.
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