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Le Crociate

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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La recensione su Le Crociate

di kubritch
3 stelle

Sopravvalutato.

C'era una volta il figlio di un nobile cavaliere a cui era appena morta la moglie per suicidio. Lo stesso giorno della sua sepoltura il giovane conosce suo padre fino ad allora ignoto, nobile cavaliere crociato in partenza per la Terra Santa. L'uomo tenta invano di convincere il figlio ad accompagnarlo nell'impresa con la prospettiva di ricevere il perdono per il suicidio della moglie. Ma è solo dopo aver ucciso un antipatico prete colpevole di aver fatto decapitare il cadavere della peccatrice, com'è d'uso, che il giovane si convince a seguire il padre. Un cristiano ad hoc, si direbbe. Non c'è contraddizione, è tutto molto coerente come sempre: violenza, Gesù e amore. Nel frattempo, per farla breve, il nobile cavaliere padre dell'abile maniscalco viene ferito gravemente nel tentativo di impedire che il figlio, omicida, venga arrestato dai gendarmi dell'epoca. Alla fine, il giovane che dimostra un talento innato per l'arte della spada, verrà fatto cavaliere dal padre in punto di morte. Dunque, s'imbarca alla volta di Gerusalemme. Vittima di un naufragio, come nelle migliori fiabe, si risveglia illeso su una spiaggia tra i rottami della galera crociata. Vagando per il deserto pur disarmato trova la forza di uccidere un ricco saraceno, così, in un colpo solo riesce a rimediare un trasporto ed una guida per l'agognata meta. Nella Città Santa governata da re Baldovino, rimane invischiato nella rivalità tra viscidi, avidi ed ambiziosi Templari e crociati propensi alla pace con gli infedeli. Il giovane talentuoso, miracolato e penitente neo cavaliere è anche un uomo dotato di una tale avvenenza che la principessa, sorella del re lebbroso di Gerusalemme, consorte di un potente Templare, se ne innamora immantinente. Il tutto è condito da scene di battaglia dall'esito prevedibile con tutto il corredo tipico di disarcionamenti al ralenti, arti mozzati, schizzi di sangue, urla di incitamento e di dolore e tintinnio di spade. Vuoi mettere? Ridley Scott! Non ho mai capito il piacere di vedere combattimenti composti da frammenti d'azione, che non hanno alcuna consequenzialità logica e la cui soluzione è programmata. Puri fuochi d'artificio si susseguono per decine di minuti. Naturalmente la situazione degenera fino all'epico e assordante scontro finale tra musulmani e cristiani assediati entro le mura di Gerusalemme. Tanto spettacolo hollywoodiano e poca sostanza. Una sequenza di sentimenti ed emozioni elementari per compiacere un pubblico dalla facile immedesimazione, che non domanda altro all'industria dei film che sentirsi protagonisti della Storia per un paio di ore e, così, dimenticarsi delle quotidiane umiliazioni e frustrazioni.    

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