Regia di Ridley Scott vedi scheda film
"Non avere timore innanzi ai tuoi nemici, sii impavido e retto cosicché Dio possa amarti, dì sempre il vero, anche se ti conduce alla morte; salvaguarda gli indifesi e non fare torti. E' il tuo giuramento."
Nella Francia di fine 1100, un giovane maniscalco francese, Baliano (Orlando Bloom) devastato dopo la morte della giovane moglie, viene accusato di aver ucciso il prete del suo borgo, e per discolparsi e non finire sulla forca, è costretto alla fuga.
Riesce a trovare il suo vero genitore, ovvero il cavaliere Goffredo (Liam Neeson), diretto in Terra Santa per gestire i suoi possedimenti, e si convince a seguirlo. Ma poi, quando quest'ultimo viene ucciso dai francesi che danno la caccia al figlio, e prima di morire fa pronunciare al suo erede il giuramento dei cavalieri, ecco che Baliano si trova anche moralmente impegnato a proseguire il viaggio verso Gerusalemme.
In loco, inizierà ad imparare a gestire i possedimenti terrieri ereditati, e si impegnerà a difendere il re Baldovino (Edward Norton), che morirà prematuramente di lebbra, contro le trame di Guido di Lusignano (Marton Csokas) e sua moglie Sibilla (Eva Green), sorella del re stesso, che desiderano provocare una guerra dell'esercito contro i saraceni del potente Saladino.
Sarà proprio l'ex mansueto maniscalco a dimostrarsi come il tassello vincente per sconfiggere l'attacco dei saraceni, grazie alla stipula di un accordo con il potente capo dei nemici Saladino.
Tornato in Francia, verrà contattato dal re Riccardo Cuor di Leone (Iain Glen) per fare da cavaliere allo stesso per una nuova crociata, ma Baliano si schermirà, dichiarando di essere un semplice maniscalco, come in effetti era stato solo pochi anni prima.
Cinque anni dopo il grande successo del film in costume Il gladiatore, che ebbe il merito, fra gli altri, di resuscitare un genere che si pensava decaduto come quello del "peplum", Ridley Scott torna al film "di cappa e spada" ripercorrendo un periodo storico successivo di diversi secoli, in pieno Medioevo, all'epoca appunto delle fantomatiche Crociate, e di cui gli episodi narrati costituiscono solo una parte delle stesse.
Per chi si fosse aspettato qualcosa di più forte in grado di far luce complessiva su uno dei momenti più discutibili e bui della Chiesa romana nella sua spregiudicata opera di evangelizzazione atta a celare una vera e propria missione di conquista materiale, tutt'altro che spirituale, rimarrà un po' deluso da questo Le crociate.
Per chi predilige la narrazione avventurosa, le scene di combattimento e gli intrighi di corte, avrà pane per i suoi denti, e Ridley Scott, che si destreggia con il solito collaudato mestiere in grandi momenti action e scene di massa abilmente ricostruite con supporti di validi effetti scenici e computerizzati, si fa garante di un prodotto di valido intrattenimento, che forse non risulterà appassionante ed epidermico come Il gladiatore, ma che, a differenza di quest'ultimo, appare storicamente certo più compatibile e meno costellata di incongruità storiche, o di imprudenti attualizzazioni di gesti, modi di esprimersi e comportamenti.
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