Regia di Fabio Segatori vedi scheda film
Con un notevole cast e in mezzo ad accenti diversi (dall’italoamericano dei protagonisti Antonio Cupo e Bianca Guaccero, che almeno dimostrano di sapere bene l’inglese, al pesante british del bandito Vinnie Jones) Fabio Segatori (Terra bruciata) ci riprova. Raccontando l’odissea di due ragazzi italiani negli States, loro malgrado coinvolti nel “road-movie” di una coppia di rapinatori, tenta di (ri)fare un film che non abbia nulla di italiano. E ci riesce: invece di essere un brutto film nostrano, Hollywood Flies è un brutto film americano. E non tanto per il “déjà vu”, sul quale l’autore non nasconde di voler lavorare programmaticamente, quanto perché l’incedere del racconto è faticoso, l’azione prigioniera di se stessa, il senso generale... statico. Difficile affezionarsi a personaggi che si stenta a definire tali, e spiace dirlo perché Cupo e la Guaccero non sono affatto male, ma anche il talento dei comprimari (Brad Renfro!) è un po’ sprecato. Esiste una via italiana al genere? Esisteva, oggi è difficile pensarlo se anche i film si “televisizzano” e le idee si riducono, per complessità e ispirazione, ai soggetti di una fiction. Fabio Segatori fugge verso il West per evitare tutto questo, ma è un viaggio a vuoto.
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