Regia di Kim Ji-woon vedi scheda film
Bittersweet Life è un film Sudcoreano del 2004; scritto,diretto e prodotto da Kim Ji-Woon.
Presentato fuori concorso al 58° Festival di Cannes.
Sinossi:Sun Woo (Lee Byung-hun) è il braccio destro di un potente boss mafioso; un giorno il suo capo lo incarica di sorvegliare sua moglie sospettandola di infedeltà e se colpevole occuparsi di lei, tuttavia Sun Won affezionatosi alla ragazza trasgredirà l'ordine con conseguenze nefaste...
L'opera di Kim Ji-woon (uno dei massimi autori del nuovo cinema coreano) è una sorta di summa della poetica del regista coreano, Kim è un autore post-moderno nel vero senso del termine, lui rielabora vecchi parametri confezioando il tutto con un tocco personale.
Interessante evidenziare come sia possibile individuare due punti di riferimento precisi: si parte con Melville (lo stesso autore ha detto di essersi ispirato a Notte sulla Città) e si chiude con il cinema di Hong Kong (ad esempio il finale nichilista alla Johnnie To)
Bittersweet Life è un noir cupo fino al midollo con le forze dell'ordine non compaiono mai (qui si riamanda ancora una volta al modello Milkiway di To e allo stesso tempo richiamano un elemento ormai tipico dell'attuale cinematografia coreana); determinante anche la rappresentazione della violenza estremamente brutale, a tratti estetizzata ma sempre realista nei macabri dettagli (anticipando I Saw The Devil del 2020, sempre diretto da Kim Ji-woon).
La regia di Kim Ji-woon è validissima e molto originale, ad esempio oltre a due/tre dutch angle (sia virtuosi sia utili al contesto) segnalo un buonissimo utilizzo della macchina a mano; il regista mescola molto bene anche diversi generi (ormai marchio di fabbrica del cinema orientale moderno dal Giappone fino ad Hong Kong passando per la Sud-Corea) dal drammatico fino al comico-grottesco (quando entrano in gioco i trafficanti d'armi).
Il cast è validissmo, il protagonista Lee Byung-hun è meraviglioso, brava anche la giovane e bella Shin Min-a, non sbaglia neppure il veterano Kim Yeong-cheol (noto soprattutto per i suoi lavori televisivi) ma la grande novità è rappresentata da Hwang Jung-min al suo primo grande ruolo, un villain irrequieto e violento (miglior attore non protagonista durante i 42° Grand Bell Awards)
Cinema allo stato puro che dimostra quanto sia autoriale il cinema di genere se diretto da mani sapienti come quelle di Kim Ji-woon; da recuperare.
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