Regia di Kim Ji-woon vedi scheda film
Sun Woo è il direttore di un lussuoso albergo in centro città. Ma è anche il braccio destro di un boss mafioso, che, in partenza per un viaggio, gli chiede di sorvegliare la fidanzata, sospetta fredifraga. Quando Sun Woo si accorge che i timori del suo capo sono fondati, dovrebbe procedere, come da accordi, all'eliminazione "definitiva" del problema.
Ma purtroppo contravviene agli accordi.
Il boss al rientro, informato della questione, sfrutta la ruggine tra Sun Woo ed un'altro dipendente, per commissionare a quest'ultimo la punizione da infliggere al primo.
Sun Woo si troverà fra la vita e la morte, braccato da quelli che un tempo erano colleghi, e la sua esistenza verrà totalmente stravolta.
Riuscirà a salvarsi?
Correva l'anno 2005 e Bin Ji Woon prometteva benissimo. Il canavaccio del film è basilare:
azione-punizione -vendetta.
A sorprendere è la dimensione esistenziale che assume nelle sofferenze il protagonista ( un eccelso Lee Hun, attore coltissimo con due lauree in letteratura francese e teatro e fotografia - solo gli americani potevano farlo recitare mascherato - J.I. Joe - ), che ci trascina, inquadratura dopo inquadratura, nella disperazione più cupa e profonda, senza che un barlume di speranza gli attraversi il viso.
Pessimismo cosmico dunque, che diventa specchio di una messa in scena furente, collerica, mai iraconda. Ho letto recensioni in cui si accosta quest'opera ai vezzi Tarantiniani, ma non v'è traccia d'ira gratuita o d'ironia nelle gesta del protagonista.
il film è un trattato iperviolento sulla vendetta compiuta per amore (forse pure troppo), un circolo vizioso impossibile da interrompere, perchè l'ineluttabilità della tragedia è dietro l'angolo, ed i sogni rendono infelici, perchè difficili da raggiungere.
Il regista ci sa fare con la camera , diverse sono le scene dove si possono ammirare movimenti di macchina sontuosi, studiati da angolature suggestive; una scena da incorniciare: quella dove Woo viene inseguito nello stretto corridorio da un formicaio di sicari e si fa largo con bastoni infuocati.
Ferita dopo ferita, agguato dopo agguato. Si rimane in piedi, fino alla fine.
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