Regia di Kim Ji-woon vedi scheda film
Forte del fascino magnetico (FilmTV) del suo protagonista (Sun-Woo/ Byung-hun Lee), Kim Ji-Woon ordisce una prima metà di film davvero molto interessante, avvolta in un’algida atmosfera noir che alimenta un crescendo di adrenalina e suspense. Poi la tragica (in tutti i sensi) svolta (che fa perdere tutta la tensione narrativa creata con cura nella prima parte: luca826). Tutto precipita e non si salva più niente e nessuno. Bittersweet Life compreso.
Che l’animo di Sun-Woo sia stato smosso - nel momento più cruciale della sua vita - da qualcosa di più della semplice pietà (da un sentimento, magari, che fino a quel momento davvero - come azzardato dal suo capo - non aveva mai provato) è certo possibile (la reiterata domanda del suo capo rimarrà inevasa, ma le azioni del suo ex-pupillo parlano da sole).
Ma neanche nel massacro più forsennato dimora un’estetica (non dico “un senso”) degna di elogio. Non in questo caso almeno.Una furia cieca, spesso superficiale nelle sue manifestazioni e recalcitrante ad una qualsiasi logica provoca un disorientamento disarmante che, alla lunga, irrita anche.
Del grande noir che avrebbe potuto essere Bittersweet Life conserverò solo un triste ricordo.
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