Regia di Avi Mograbi vedi scheda film
Il mito di Sansone e l’assedio della fortezza di Massada insegnano ai giovani israeliani che la morte è meglio della dominazione. Militante pacifista, il documentarista israeliano Avi Mograbi ci descrive la crisi tra Israele e Palestina attraverso gli occhi dei Palestinesi, costretti a un calvario fatto di posti di blocco, barriere, muri. Ma anche attraverso l’im?pat?to che i sovracitati miti hanno sul presente. La prospettiva è illuminante e originale, presentandoci in modo alternato insegnanti che esaltano il gesto di Sansone (kamikaze ante-litteram pronto al suicidio pur di veder morire i Filistei) e turisti ebrei a cui tra le rovine di Massada viene inculcato il suicidio di massa degli Zeloti (che alla cattura da parte dei romani preferirono la morte). Passano i minuti e cresce la rabbia del documentarista, che intanto mette in gioco se stesso e la sua faccia, mostrandoci una serie di conversazioni telefoniche con un amico palestinese, videoriprese nella primavera del 2002 dopo le dure ritorsioni israeliane alla seconda Intifada. Esplode alla fine l’indignazione personale. E una dedica riassume il senso profondo del film. «A mio figlio e ai suoi amici che rifiutano di imparare a uccidere».
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