Regia di Christian Carion vedi scheda film
Joeux Noël è, secondo me, un film riuscito a metà. Si basa, infatti, su fatti realmente accaduti: gli episodi di fraternizzazione tra soldati delle trinceee durante la Grande Guerra. Episodi del genere erano già stati oggetto, seppure non centrale, di Sobborghi (1933) di Boris Barnet e vengono raccontati anche nel romanzo di Ken Follett La caduta dei giganti (2010), anch'esso ambientato durante la Prima Guerra Mondiale. Sono innegabili, in questi frangenti, momenti di vera emozione, con i fantaccini che escono nella neve mentre un milite tedesco, di professione tenore, intona l'Adeste fideles e un altro soldato scozzese suona la propria cornamusa. Anche la ricostruzione della vita militare nel freddo e nel fango delle trincee è piuttosto ben riuscita. In alcuni casi è come se i protagonisti di uno degli episodi più toccanti di Niente di nuovo sul fronte occidentale di Remarque - il protagonista e il soldato francese agonizzante dentro un cratere scavato da un proiettile d'artiglieria - riuscissero davvero a parlarsi e comprendersi. È un peccato che Carion non riesca a fermarsi in tempo e mandi le cose fin troppo per le lunghe (gli scambi di lettere, l'autoconsegna dei cantanti tedeschi come prigionieri, l'ospitalità reciproca nelle rispettive trincee, la messa quasi sincretista, celebrata dal pastore protestante) e venga aggiunto il personaggio della soprano danese (l'inutile Diane Kruger), esclusivamente decorativo.
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