Regia di Tommy Lee Jones vedi scheda film
Dammi la tua anima, ti darò un bel centro commerciale.
Devo dire che ho letto parecchie recensioni, senza trovarne una soddisfacente. E certo non sarò io a scriverla.
Iniziando dalla tecnica, l'uso del flash back è folgorante e ci va più di un attimo per mettere a fuoco la situazione. Da questo punto di vista l'inizio del film risulta fuorviante. Le storie e le tempistiche si accavallano confondendo ad ogni campio la nostra ricostruzione temporale degli avvenimenti. E questo disorientamento è quasi fastidioso, ma suppongo, voluto. Ad un certo punto tutte le linee temporali trovano il loro posto ed il film prosegue linearmente.
Per quanto attiene la storia, la complessità dei personaggi non emerge che nel tempo. Anche il mare sembra solo una superficie bagnata, ma in realtà nasconde grandi profondità.
Così i protagonisti, tutti, sono messi di fronte alla necessità di riscoprire il loro essere più profondo, celato non tanto, o non solo per scelta, ma perché la società stessa è straniante, e giorno dopo giorno ti mette alla frontiera della vita, privandoti della possibilità di viverla appieno. Ciò che conta è solo il 'commercio'. Ti daremo tutto ciò che desideri, ma devi lasciarci la tua anima in cambio.
E così abbiamo una mogliettina che si scopre infedele e tradisce con quanto di più diverso possa trovare, senza disgusto, anzi, incoraggia. Subisce un matrimonio insignificante, ma ne è lei stessa l'artefice. Abbandona un uomo vuoto per un mondo vuoto.
Nonché un 'soldatino', che pare arrivi direttamente dal fronte afgano, non privo di sentimenti, ma consumati e cementati in un esistenza legata alle stringenti necessità economiche ed al razzismo. I messicani lo disgustano, si va oltre l'odio. Come molti hanno detto, troverà nel suo calvario non solo un modo per espiare le sue colpe, ma per ritornare uomo, un uomo privo di qualunque riferimento, un uomo che vorrebbe ripartire da zero, che da solo era tutto ed ora da solo, non è che un pugno di terra. Si è svuotato del male, ma vorrebbe trovare la strada per riempire il suo arido cuore.
Dall'altra parte, Pet, che probabilmente non è in totale contrapposizione alla Guardia di Frontiera, ma ne è una sorta di alter ego. La sua morale lo porta ad ottenere i favori di una donna sposata, come a vendicarsi di un messicano conosciuto per caso. Un messicano tutto cuore, come molti messicani, ma vero come pochi di essi. Questo cuore però si rivelerà poi triste e martoriato fino alla follia. La sofferenza porta alla follia.
Pet è coraggioso ed intrepido, mette in gioco la sua vita per rispettare la volotà del messicano ucciso, Melquiades Estrada, ma anche lui dovrà scontrarsi non solo con l'improvvisazione del suo gesto, sopravvivere in quei territori non è da tutti, ma anche con un mondo inventato, un mondo in cui aveva riposto tutte le sue speranza, un paesino perfetto da sembrare un vero paradiso.
E' spietato nei confronti di Mike, ma Mike deve portare la sua croce fino alla fine, fino alla 'collina' dove lo spirito di Melquiades potrà trovare pace. Pet è come la folla ai margini della strada al passaggio di Gesù che porta la sua croce. Lo incita brutalmente, lo bracca come il peggior criminale del mondo, per punire la grettezza e superficialità con cui ha nutrito la sua esistenza sinora.
Quindi non penso, come qualcuno ha scritto, che il messicano sià Gesù.
Inquietante la scena del vecchio cieco. Che vorrebbe trovare finalmente la sua pace nel mondo, dopo aver perso tutto, ma la vuole donata da una persona speciale e non dal primo che passa. Un po' come se 'vedesse' in Pet una sorta di cavaliere della giustizia in grado di dispensare la vita eterna, nei luoghi natii.
Al contorto c'è il Messico ed il suo mondo, fatto spesso di una gentilezza e carità fuori dal comune, dove non tutto è già stato contaminato dalla pochezza dello sviluppo economico. Dove il vivere assieme, la socialità è la bellezza e si scontrano con il profondo individualismo d'oltre confine.
Van Horn, Texas, è lo scenario migliore per significare il deserto, la desolazione della vita. Non sappiamo più godere della compagnia degli altri, tutti presi dalla rincorsa al successo, che poi è solo mera sopravvivenza. Ma quando si pensa di essere dei sopravvissuti, si sa di essere, in fondo, dei falliti, il disinteresse nel conoscere e vivere con ed in mezzo agli altri scompare. Ci si isola nel proprio mondo, arrendendosi al nulla.
Al contrario le famiglie messicane riescono ancora a vivere di nulla. Il nulla è quello che gli unisce. Le cose semplici e vere sono al centro della loro esistenza. La vita è la cosa più preziosa e non i suoi 'accessori'.
In conclusione anche Pet scoprirà che... nulla tornerà più come prima. Partirà alla ricerca di un nuovo inizio o di una vecchia fine.
Non abbiamo una sceneggiatura perfetta, ma è comunque un film che fa pensare.
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