Regia di Jim Jarmusch vedi scheda film
Non al livello dei film precedenti di Jarmusch (Dead Man, Ghost Dog), ma una buona storia, ben raccontata, sulla presa di coscienza – anche del proprio fallimento – da parte di un personaggio che ha fatto della pigrizia psicofisica la propria caratteristica principale. Sebbene non sia un mostro di mimica, Bill Murray si dimostra un attore più che valido, soprattutto per questi ruoli di disadattato di successo. Resta, dopo la visione di Broken Flowers, una sensazione d’angoscia per quest’America che è un po’ come le cinque donne che potrebbero avere dato un figlio a Don: sbalestrata come la prima (Sharon Stone), vuota come la seconda (Frances Conroy), improbabilmente professionale come la terza (Jessica Lange) e incattivita e violenta come la quarta (Tilda Swinton). O forse morta, come la quinta.
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