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Three times

Regia di Hou Hsiao-hsien vedi scheda film

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La recensione su Three times

di steno79
8 stelle

Una riflessione sull'amore del maestro taiwanese Hou Hsiao-Hsien, articolata in tre episodi distinti, tutti interpretati dalla coppia di attori Chang Chen e Shu Qi, che sul mercato cinese sono due interpreti di primo piano. Nel primo episodio "Il tempo dell'amore", ambientato nel 1966, Chen è un giovane in procinto di partire per il servizio militare che incontra in una sala da biliardo una bellissima donna di nome May, prova per lei un colpo di fulmine immediato, ma ne perde le tracce e dovrà faticare molto per ritrovarla... Nel secondo episodio "Il tempo della libertà", ambientato nel 1911, Chang è un giovane attivista repubblicano che si reca spesso a visitare una bella cortigiana e si offre di pagare la somma del riscatto per una sua collega che diventerà la concubina di un ricco signore locale... ma quando la cortigiana gli chiederà se ha dei progetti per lei, Chang non potrà aiutarla... Nel terzo episodio "Il tempo della giovinezza", ambientato nel 2005 nella Taipei contemporanea, Zhen è un giovane fotografo che si innamora di Jing, una cantante bisessuale con alcuni problemi di salute legati ad una nascita prematura... Jing frequenta in contemporanea un'altra donna, così anche Zhen sente il bisogno di avere un'altra partner, ma nel finale ci sarà una maggiore definizione del rapporto...
Il trittico d'amore del regista taiwanese resta un'opera piuttosto inconsueta e affascinante nell'ambito del "film ad episodi" (sembra che all'origine Hou dovesse dirigere un solo episodio, e che poi si lasciò convincere a prendere in mano l'intera pellicola). Formalmente molto curato in ogni sua componente, il film si rivela un pò discontinuo nella resa espressiva dei singoli episodi, anche se in casi come questi, secondo me, bisognerebbe sempre tener d'occhio la tenuta complessiva dell'opera, che rimane senz'altro più che buona. Il primo episodio è senz'altro quello più bello, con un'atmosfera magica e incantata che nel finale sembra davvero trasmettere un'ardente passione allo spettatore. Giocato sulle ellissi e sulla ricorrente presenza della sala da biliardo, l'episodio raggiunge una forte suggestione poetica anche grazie all'utilizzo di splendide canzoni come "Smoke gets in your eyes" dei Platters e "Rain and tears" degli Aphrodite's child. Il secondo episodio è stilisticamente interessante poichè girato interamente come un film muto, con ricorrenti didascalie e l'inserimento di un paio di brani musicali della tradizione cinese eseguiti dal vivo. Tuttavia, la trovata risulta piuttosto intellettuale e leggermente artificiosa e l'impatto emotivo sicuramente minore, anche se non arriverei a parlare di noia come ha fatto qualcuno (Tullio Kezich disse che il film "suggerirebbe l'opportunità di inaugurare la "Coppa Pisolo", intitolata al nano di Biancaneve specialista in sonnellini"). Il terzo episodio molti l'hanno paragonato al precedente "Millennium mambo", ma io, non avendo visto questo film, posso solo dire che mi è sembrato un efficace ritratto di una certa deriva e confusione emotivo-sentimentale nell'ambito di una metropoli contemporanea alienante. Un plauso va senz'altro ai due attori e in particolare alla bella Shu Qi, sempre affascinante, ma anche convincente nelle diverse sfumature interpretative dei rispettivi personaggi.
voto 8/10

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