Regia di Amos Gitai vedi scheda film
La storia, così come si sviluppa durante l'intero film, non mi ha convinto.
Ma la sequenza iniziale di quattro minuti, dove la Portman in primo piano piange ininterrottamente, accompagnata da una fantastica versione della canzone Alla fiera dell'est che alla sua uscita in Israele venne censurata, è assolutamente fantastica e memorabile. Ancora oggi mi emoziono rivedendo lo spezzone su youtube. Piange ininterrottamente dicevo: c'è un motivo esteriore, e poi uno più intimo, che verranno alla luce uno dopo l'altro. O forse no, e anche questo è un pregio del film: anche le persone più sensibili che vivono dentro un sistema di disumana brutalità possono sentirsi a disagio, stare male, ma senza cogliere l'orrore profondo della vita collettiva cui partecipano. Consapevolmente o inconsapevolmente
Poi anche la scena del passaggio del confine è un pugno nello stomaco. Ben assestato.
Due momenti che fanno riflettere.
Da lì in poi il film cala.
Ma per il coraggio di quelle due scene il film merita.
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