Regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne vedi scheda film
Bruno (Renier) e Sonia (François) sono una coppia di ventenni sbandati: lui vive di espedienti, furtarelli e scippi, lei è disoccupata ma almeno ha una casa. Hanno avuto un bambino da appena nove giorni quando Bruno, all'insaputa di Sonia, pensa che anche il piccolo possa rientrare tra i suoi espedienti. Decide di venderlo a una coppia sterile ("tanto ne facciamo un altro", si giustifica), fatto che procura a Sonia uno shock tale da farla finire in ospedale. Riottenuto il pargolo, Sonia denuncia Bruno e decide di non vederlo più. Bruno si saprà ravvedere soltanto quando un piccolo ladruncolo che "lavora" per lui viene catturato dalla polizia a causa sua.
Il cinema "morale" dei belgi Dardenne è sempre quello: macchina a spalla a pedinare i personaggi à là Zavattini, storie asciutte che richiamano il cinema di Bresson, iperrealismo e una impressionante capacità di messa in scena che dà allo spettatore la sensazione di assistere alla realtà. Silenzi, costruzione del racconto a tratti in tempo reale, climax narrativo efficacissimo e grande capacità di emozionare sono gli ulteriori addendi di un'opera che ha strameritato la Palma d'oro al Festival di Cannes, sei anni dopo il premio conquistato con Rosetta.
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