Espandi menu
cerca
L'enfant. Una storia d'amore

Regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Theophilus

Theophilus

Iscritto dal 17 agosto 2012 Vai al suo profilo
  • Seguaci 2
  • Post -
  • Recensioni 51
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su L'enfant. Una storia d'amore

di Theophilus
4 stelle

L’ENFANT

 

Per chi avesse preliminarmente visto al cinematografo il breve trailer di L’enfant, sarebbe poi quasi superfluo andarsi a vedere l’intero film, vincitore della Palma d’oro a Cannes 2005.

La storia si sintetizza, infatti, in pochi punti salienti e non si presta ad approfondite analisi come, invece, era accaduto per precedenti pellicole dei fratelli Dardenne, quali Rosetta o Le fils. L’intreccio scorre piuttosto fluidamente. Questo, però, non appare un pregio, non è tanto indice di chiarezza e agilità, quanto, invece, sintomo di un approccio un po’ distaccato, di un difetto d’ispirazione a cui i due registi belgi suppliscono con il loro mestiere.

L’enfant è la storia di un balordo che non tenta neppure di trovarsi un lavoro perché è roba da coglioni. Campa di sotterfugi e furtarelli in cui coinvolge anche alcuni adolescenti. Quando la sua ragazza partorisce un bambino, a sua insaputa Bruno lo vende in adozione. Poi, in seguito alla disperata e furiosa reazione di lei, ricompra il figlio. Ma, dovendo dare una forte aggiunta di denaro, finisce preda di malavitosi più grossi di lui.

In alcune scene, il sentimento dei protagonisti scorre con una levità mista a tensione che cela l’insidia di qualcosa di negativo che stia per accadere: ci pare risaputo e, comunque, proposto fiaccamente. Il film termina coll’immagine dei due giovani in lacrime, all’interno di un luogo di detenzione dove lui è rinchiuso, in una chiara assenza di qualsiasi prospettiva e speranza futura.

Non basta la redenzione tardiva di Bruno - egli si costituisce per scagionare un ragazzino arrestato dalla polizia – ad illuminare o ad alzare il livello del film. I cineasti si limitano ad osservare dall’esterno una situazione sociale, senza una concreta partecipazione emotiva. E non è che la storia parli da sola, sono i fratelli Dardenne che hanno poco da dire.

 

Enzo Vignoli

31 dicembre 2005.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati