Regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne vedi scheda film
Se la visione al cinema al tempo della sua uscita non mi aveva convinto molto, la re-visione domestica versione avaro-DVD, forse grazie anche alla consueta opportunità in più data dalla lingua originale, mi ha fatto molto apprezzare questa palma d'oro targata Belgio/Dardenne Bros. Scarno ed essenziale, la regia segue da vicino i due protagonisti, a loro modo graziosi, che vivono un'aggraziata armonia nonostante la piccola criminalità con cui si mantengono e gli ideali non proprio onorevoli ("Non voglio lavorare, è da coglioni"). E nella scena in cui Bruno attende che nella stanza accanto un'ombra prelevi l'enfant e lasci lì i soldi, il lunghissimo piano americano su di lui, immobile ed attonito, un silenzio carico di domande represse, di responsabilità schivate, di mani che invisibilmente si torcono nel dubbio se ciò che ha deciso sia bene, sta la raffinata chiave di svolta da uno scenario a suo modo idilliaco a una tragedia concreta e più grande di lui, di Bruno. L'esplosione di un pianto senza parole, poi, mano nella mano con Sonia, laverà, nel sospeso finale, ogni colpa e ogni peccato.
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