Regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne vedi scheda film
Un film d’essai un po’ atipico. Soprattutto per i tempi, diversi dal solito, direi quasi che, per il genere, c’è pure un certo ritmo. Facendo una battuta, poi, è diverso perché qualcosa accade, durante l’ora e mezza del film. Si parla di una coppia di ragazzi, emarginati, lei con un bimbo appena nato, lui che vive di espedienti, rivendendosi ciò che ruba. Già che c’era, si vende anche il figlio. Gli attori sono decisamente molto bravi, la telecamera non li molla un attimo, gli sta sempre addosso. Certo, la loro parte non è il massimo: giovani sfigati, veramente stupidi (in certi momenti mi sembrava di vedere Scooby Doo e Shaggy, specie quando lei gli apre una lattina addosso, così, per ridere…mah); il finale è, come da tradizione, colmo di disperazione. Film che però mi è piaciuto e gli darei 7. Il film ha vinto Cannes 2005, battendo tra gli altri A history of violence (il che è ridicolo, non c’è paragone), Broken flowers, Sin city, Le tre sepolture. Al solito verdetto molto discutibile, è che i registi (i fratelli Dardenne) sono molto gettonati nei festival, e vabbè. Gli incassi, invece, solitamente sono molto di nicchia.
Uno dei loro film che mi è piaciuto di più. Che siano bravi, è fuor di dubbio.
Uno dei loro film che mi è piaciuto di più. Che siano bravi, è fuor di dubbio.
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